Nella mattinata di sabato 24 febbraio 2018 si è svolto il convegno sul tema "Progettualità ed innovazione: riduzione dell'uso di antibiotici, benessere degli animali e redditività di stalla", coordinato dal direttore generale dell'Associazione italiana allevatori Roberto Maddé: un convegno apparentemente solo tecnico, ma che in realtà ha effetti sull'alimentazione dei cittadini, prima ancora che sugli allevamenti e sul benessere animale, priorità da tempo riconosciute dall'Arav.
"Da dicembre gli allevatori di Frisona italiana - spiega Raffaella Finocchiaro dell'Ufficio Ricerca e sviluppo di Anafi, cui è seguito un intervento di analisi dei servizi offerti da Anafi, a cura del direttore Giorgio Burchiellaro - hanno a disposizione un ulteriore strumento di selezione, l'indice salute mammella, che ha come obiettivo quello di predire con maggior precisione i soggetti più resistenti al manifestarsi delle mastiti cliniche".
Un tema cui è particolarmente sensibile Martino Cassandro, ordinario di Zootecnica generale e miglioramento genetico al Dafnae dell'Università di Padova, che da anni collabora con Arav e che sta portando avanti un progetto pilota che vede il Veneto quale apripista a livello nazionale. "Si tratta di una prova pilota sulle cellule somatiche differenziali per prevenire geneticamente la mastite".
"Con l'attività aggiuntiva dei controlli funzionali di Arav - spiega Cassandro - si potranno stimare i parametri genetici classici, quali ereditabilità e correlazioni genetiche con altri caratteri produttivi e funzionali, così da stimare valori genetici innovativi per ridurre la mastite, quindi l'uso degli antibiotici negli allevamenti di bovine da latte".
Concetti sui quali si è soffermato anche Alfonso Zecconi, professore ordinario al dipartimento di Veterinaria dell'Università di Milano. "Grazie alla nuova strumentazione utilizzata in Veneto - afferma - sarà possibile una più accurata diagnostica della mastite. Questa tecnica, infatti, consente di individuare gli animali ammalati con maggior precisione rispetto al mero conteggio cellulare e, soprattutto, di fare una diagnosi precisa anche in presenza di meno di 200mila cellule".
I risvolti concreti di tutto questo si vedono quando si acquista il latte, quello di qualità si intende. "Da sempre viene pubblicizzato quanto male fa il latte, ma non si dice mai quanto faccia bene il latte di qualità".
Così Ivo Bianchi, medico chirurgo, specialista in Medicina interna e referente mondiale per Omotossicologia, professore all'Università G. Marconi di Roma, evidenzia quanto sia importante nella dieta quotidiana il consumo di latte e formaggi ed aggiunge: "le fake news su latte e formaggi sono innumerevoli e frutto di una campagna di disinformazione. La verità che possiamo diffondere, senza timore di essere smentiti, invece, è che usare pochi antibiotici ed alimenti naturali contribuisce a produrre un latte di qualità e formaggi altrettanto straordinari. In tal senso il lavoro che Arav sta facendo va in ogni modo sostenuto, ricordando che il latte è un alimento anticancerogeno, come più studi dimostrano".
Da qui si comprende quanto sia importante la ricerca, come evidenziato da Samuele Trestini, professore associato del dipartimento Tesaf dell'Università di Padova: "rendere i risultati della ricerca disponibili alle aziende è fondamentale per garantire un effettivo beneficio alla collettività. La stalla 4.0 è un progetto innovativo di analisi ed utilizzo dei dati, finalizzato ad aumentare la sostenibilità globale dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Benessere animale e buona gestione aziendale sono le due leve che si intendono utilizzare per raggiungere questo obiettivo".
Biodiversità, benessere, sostenibilità e dati sono i quattro punti cardine anche del progetto Leo-Piattaforma Opendata per la zootecnia (finanziato con fondi del Psr nazionale - sottomisura 16.2), descritto da Riccardo Negrini, direttore tecnico Aia, professore associato all'Università di Piacenza, Facoltà di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali.
"Il partenariato in questo progetto - sottolinea Negrini - di allevatori, mondo della ricerca e sanità è strategico e innovativo e, soprattutto, ribadisce ancora una volta l'importanza di raccogliere i dati per elaborarli e restituirli agli allevamenti per un costante miglioramento, sotto tutti gli aspetti".
Apprezzamenti sono stati rivolti ad Arav anche dal presidente della Coldiretti Veneto, Martino Cerantola, che evidenzia la capacità dell'Associazione di aver messo attorno al tavolo organizzativo il mondo della cooperazione di categoria veneta ed aggiunge: "la qualità del nostro latte va salvaguardata e sostenuta, perciò è fondamentale fare formazione, a partire dalle scuole, anche attraverso i laboratori didattici presenti a Passione Veneta, perché è fondamentale arrivare alle famiglie, per contribuire a far crescere consumatori attenti e responsabili".
A concludere la mattinata, dopo il saluto di Alberto Zaninol, dirigente della Regione Veneto, Roberto Nocentini, presidente Aia, che ha posto l'accento su alcuni temi: "la distintività, unitamente alla biodiversità delle nostre razze, sono valori che dobbiamo salvaguardare. Comunicazione e formazione devono essere altre due peculiarità che ci dovranno contraddistinguere, per far sapere ai cittadini cosa facciamo e per facilitarli nel compiere scelte attente per la propria salute".
A fine incontro è stata premiata l'azienda Paccagnella Giacomo e Francesco di Grisignano di Zocco, per una particolare attenzione al benessere animale risultante dai dati dei controlli funzionali nel 2017.
Nel corso delle degustazioni di chiusura, è stato illustrato il Progetto Fitoche (finanziato dal Psr Misura 16 1.1 Regione Veneto), che come evidenziato dal direttore di Arav, Adriano Toffoli, "mira a valorizzare cinque latterie di montagna, che intendono salvaguardare i prati per produrre dei formaggi straordinari".