Sono dati importanti visto che i formaggi a denominazione rappresentano circa il 50% della produzione casearia italiana.
Un risultato conseguito grazie alla forte ripresa del mercato nella seconda metà del 2016 e che, visto il calo dell'export a volumi, avrebbe potuto essere ancora migliore.
Questi i numeri emersi venerdì 3 febbraio 2017 a Caserta dopo la riunione della giunta dell'Associazione formaggi italiani Dop e Igp, tenutasi nella sede del Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop nelle Cavallerizze della Reggia borbonica.
Gli aumenti produttivi derivano principalmente da Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Mozzarella di Bufala Campana, che insieme rappresentano più dell'80% del totale delle Dop prodotte.
Il Grana Padano ed il Parmigiano Reggiano si confermano in testa, con una produzione, rispettivamente, di 185.434 (+1,2%) e 139.603 tonnellate (+5,1%).
Terzo il Gorgonzola con 54.987 tonnellate ed un incremento rispetto al 2015 dell'1,8, mentre quarta si piazza la Mozzarella di Bufala Campana che con le sue 44.270 tonnellate prodotte è quella che ottiene una delle migliori performance, con un aumento di produzione pari a +7,2%.
Un risultato strappato a dinamiche di mercato molto instabili. "Il mercato dei formaggi Dop ha subito un crollo nel primo semestre 2016 che sembrava aver compromesso seriamente l'anno, poi la ripresa nella seconda metà ha consentito di vendere al consumo 10 miliardi di euro di formaggi Dop italiani" rende noto ai giornalisti il presidente di Afidop Cesare Baldrighi.
Buoni i risultati ottenuti sul fronte dell'export, che nel 2016 vale un miliardo di euro e cresce del 3% sul 2015. E'così venduto fuori dai confini nazionali oltre il 26% della produzione di formaggi Dop, che con le oltre 137mila tonnellate raggiunte nel 2016 rappresenta il 35% delle esportazioni totali di formaggio.
Un dato quello dell'export che si apprezza però in calo a volumi sul 2015, quando furono esportate oltre 161mila tonnellate di formaggi Dop italiani, secondo i dati diffusi dalla stessa Afidop in occasione dell'assemblea di Sassari del 18 giugno 2016.
Ma le vendite in valore vanno bene e Afidop nel 2016 rivendica un aumento delle vendite per le prime quattro destinazioni dell'export di formaggi Dop italiani (Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito) che rappresentano il 57% del totale .
"L'Asia, però, è il mercato verso il quale tutti guardano con ottimismo - è scritto nella nota Afidop - la crescita delle esportazioni di formaggio in generale e di Dop in particolare, registrata in Corea del Sud ed in Cina è significativa".
E nonostante le quantità non siano ancora rilevanti, "questi due paesi hanno incrementato gli acquisti di Dop italiane rispettivamente del 3 e del 18%".
Per Baldrighi ci sono tutte le potenzialità del settore, dopo la fine del regime delle quote latte, per espandersi ancora: "Come comparto produttivo abbiamo bisogno di fare maggiore promozione per far conoscere i nostri prodotti e aumentare la fiducia dei consumatori, anche per ridurre le frodi e le imitazioni.
Al momento quest'attività è finanziata in parte dall'Unione europea e in parte dai nostri soci; avremmo bisogno però di un maggior sostegno finanziario da parte del Governo cui chiediamo anche di intervenire per semplificare le procedure burocratiche".
Sollecitato da AgroNotizie sulla vicenda Pecorino Romano e del calo di prezzo del latte in Sardegna, Baldrighi afferma: "Trasformatori e allevatori devono saper fare buon uso della possibilità di programmare le produzioni di latte e di formaggi per i Dop, consentita dall'Ue, accordandosi tra loro".