Al termine delle ispezioni, il capo delegazione coreana ha riconosciuto l'alto livello delle imprese italiane, dove l'autocontrollo si associa ad un capillare sistema di verifiche da parte dei Servizi veterinari creando così un meccanismo che non ha paragoni nell'Unione europea.
A coordinare l'iniziativa è stata Assolatte che ha organizzato la missione della delegazione asiatica e ha fatto da interfaccia tra il ministero della Salute italiano, le autorità coreane e le aziende casearie italiane.
Un altro importante via libera all'export caseario dei migliori formaggi italiani in un mercato, quello coreano, via via più importante per il nostro settore.
L'esportazione di formaggi nel 2015 è cresciuta del 67%, passando da 1.426 a 2.380 tonnellate, per un controvalore di 13,7 milioni di euro.
Le performance dei singoli formaggi risultano diversificate per tipologia: il formaggio più esportato del 2015 è sicuramente il mascarpone, che, con 1.059 tonnellate, raggiunge da solo il 44,5% dell'export. Al secondo e terzo posto, rispettivamente, mozzarella (14%) e Grana Padano e Parmigiano Reggiano (13,5%). Seguono, sempre per importanza dei volumi, gorgonzola (9,3%), Fiore Sardo e Pecorino Romano (1%) e gli altri formaggi.
Questo trend eccezionalmente positivo dell'export formaggi si consolida nei primi sette mesi del 2016, raggiungendo le 3.003 tonnellate per 15,7 milioni di euro.
Con un +241% del totale formaggi rispetto all'analogo periodo 2015, in pole position troviamo ancora il mascarpone (2.160 tonnellate, +1253%) seguito da Grana Padano e Parmigiano Reggiano (246 tonnellate, +28%). A seguire mozzarella (174 tonnellate), gorgonzola (112 tonnellate).
Ci sono invece due dati negativi che meritano un commento. In primis, la flessione dell'export del Gorgonzola Dop (-3% nel 2015 e -7% nei primi sette mesi di quest'anno). Flessione determinata non già dal mancato gradimento dei coreani, bensì dalla commercializzazione sul territorio coreano del "Gorgonzola Cheese", un'ennesima imitazione americana, che viola l'accordo di libero scambio Unione europea/Corea del Sud che prevede il riconoscimento reciproco delle Dop.
Anche il calo della mozzarella (-11% nei primi mesi del 2016) è da attribuirsi alla concorrenza per il prodotto più imitato nel mondo.
Su questo fronte Assolatte e le Autorità del luogo stanno operando congiuntamente per informare adeguatamente i consumatori coreani e spingerli a verificare l'autenticità italiana del prodotto.
A Seul si è svolto anche l'incontro Italy-Korea food industry dialogue initiative, dove Assolatte è intervenuta sulle eccellenze casearie italiane e le garanzie di sicurezza.
La Corea del Sud è una destinazione interessante per i nostri formaggi: un paese di 50 milioni di abitanti con un reddito pro capite che è passato dai 79 dollari degli anni '60 agli attuali oltre 22mila (31.750 dollari a parità di potere d'acquisto, dato superiore alla media Ue).
In Corea del Sud la cucina italiana è ampiamente conosciuta ed apprezzata, ed è sinonimo di alta qualità e ricercatezza. Sono allo studio iniziative promozionali direttamente orientate ai consumatori, che, pur apprezzando i nostri formaggi, hanno ancora scarse conoscenze sul loro impiego casalingo.
Nella sola Seul sono oltre settecento i ristoranti, autenticamente italiani o semplicemente ispirati alla nostra tradizione culinaria. Siamo così la "cucina" straniera più presente in Corea assieme a quella giapponese.
La Corea del Sud è il quarto mercato asiatico per l'agroindustria italiana dopo Giappone, Cina e Hong Kong (nel 2014 oltre 220 milioni USD, +13% su base annua). Nel periodo 2010-2014 l'export italiano delle principali categorie (olio di oliva, pasta, prodotti caseari, conserve, caffè, prodotti a base di cacao) è quasi raddoppiato [fonte: Farnesina, infoMercatiEsteri].