Mancano all'appello più di quattro miliardi di euro. A tanto ammontano i tagli delle risorse trasferite dallo Stato alle Regioni per l'esercizio delle funzioni delegate. E sotto la mannaia dei tagli è finito anche il Dpcm (Decreto presidente del Consiglio dei ministri) che destinava i fondi alle attività di miglioramento genetico del bestiame. Le ultime speranze erano riposte sul Milleproroghe, ora approvato fra molte difficoltà, che di tutto si è occupato fuorché di questo problema. Con il risultato che al sistema degli allevatori guidato da Aia (associazione italiana allevatori) sono oggi negate le risorse economiche necessarie a portare avanti il compito della selezione degli animali da reddito, materia di interesse pubblico che lo Stato ha affidato alla stessa Aia. L'organizzazione degli allevatori, lo ricordiamo, è un sistema complesso, ma efficiente, che si articola nelle associazioni nazionali di razza e di specie che si occupano della selezione e dei Libri Genealogici, mentre alle associazioni provinciali allevatori è affidato il controllo dei risultati produttivi.

L'azzeramento dei sostegni finanziari pone serie preoccupazioni al proseguimento delle attività di selezione e controllo degli allevamenti, un problema affrontato nell'ultima Conferenza Stato-Regioni, che si è svolto all'indomani dell'approvazione del Milleproroghe. Incontro che si è chiuso con un nulla di fatto. Il ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, aveva invitato le Regioni a trovare nelle pieghe dei possibili risparmi le risorse da destinare al mondo degli allevamenti, un invito però respinto al mittente. Tutti, a iniziare dal presidente della Conferenza, Vasco Errani, al coordinatore degli assessori all'Agricoltura, Dario Stefàno, si sono detti preoccupati e attenti alle esigenze del settore, ma i cordoni della borsa sono rimasti chiusi.

 

L'appello al Governo

Intanto le quattro regioni a maggiore vocazione zootecnica, Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna hanno insieme firmato un appello rivolto al Governo per un incontro alla presenza delle Organizzazioni Professionali e delle rappresentanze del mondo agricolo al fine di trovare una soluzione immediata alla grave situazione di emergenza. “Escludere dal sostegno finanziario le Associazioni Allevatori - recita il documento siglato dalle quattro regioni - significa penalizzare in modo irreversibile tutto il settore della zootecnia e i comparti strettamente dipendenti dalle attività di miglioramento genetico a partire dalle attività di prevenzione e sicurezza alimentare.” Mentre Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna (da sole rappresentano l'80% del latte italiano e oltre il 70% del patrimonio bovino) si sono dette impossibilitate a reperire fondi per la zootecnia, dal Lazio è arrivato un messaggio di segno opposto. L'assessore all'Agricoltura di questa Regione, Angela Birindelli, si è detta sin dall'inizio disponibile a raddoppiare i sostegni al Sistema allevatori, passando da 1,5 a 3 milioni di euro. Eppure il Lazio ha ben pochi interessi in campo zootecnico, visto che in questa regione si produce appena il 3,4% del latte nazionale. Meno interessi, ma maggiore sensibilità ai problemi della zootecnia, verrebbe da dire.