Riecco le quote latte con le loro multe. Sembravano scomparse dopo che Agea aveva confermato che quest’anno, per la prima volta, l’Italia non aveva superato i vincoli produttivi imposti dalla Ue. Un evento “storico” che Agronotizie aveva fatto notare nelle scorse settimane. Ma resta il fardello delle multe ricevute e non pagate negli scorsi anni. Se n’è parlato anche durante l’ultimo Consiglio dei Ministri, con un articolato intervento del responsabile del dicastero agricolo, Giancarlo Galan. Che forse sperava, ma è solo una nostra supposizione, in un’indicazione netta sul da farsi nei confronti degli allevatori che non hanno pagato le multe e che non hanno mai manifestato l’intenzione di mettersi in regola, magari aderendo a una delle molte agevolazioni offerte in questi anni per riparare il loro debito con l’erario. Prima nel 2003 con la rateizzazione delle multe previste dalla legge 119/03 e più recentemente con la legge 33/09, anch’essa con l’offerta di rateizzare i debiti maturati. In assenza di un “ravvedimento” da parte di questi allevatori Agea dovrà procedere con le ingiunzioni di pagamento che scatteranno fra qualche settimana, a iniziare dal 15 novembre.

 

Una tragedia

Per le aziende coinvolte la partita è disperata. Aprire la stalla al pignoramento significa di fatto chiudere l’allevamento. Una tragedia. Che lo stesso ministro dell’Agricoltura, con la sua comunicazione in sede di Consiglio dei Ministri, sembra voler evitare. Il difficile sta nel “come”. Perché un colpo di spugna è impensabile. Confagricoltura ha già minacciato le barricate contro una soluzione “premia-furbi”. Stessa posizione da parte di Cia come pure di altre rappresentanze del mondo agricolo, cooperazione compresa. Dunque bisognerà trovare altre strade per gettare un salvagente alle 563 aziende che stando alle dichiarazioni del ministro Galan si trovano con l’ufficiale giudiziario alla porta. Queste stalle, sono ancora cifre indicate dal ministro, rappresentano una sparuta minoranza dell’allevamento italiano di bovine da latte (solo l’1,4% delle 40mila stalle in attività) e il loro contributo alla produzione italiana di latte è di appena l’1% (il che vuol dire almeno un milione di quintali, insomma non proprio un'inezia).

 

Chi è coinvolto

Il problema multe pregresse potrebbe coinvolgere anche altre aziende oltre a quelle ricordate da Galan. I numeri sono quelli forniti da Agea a fine settembre che alle 563 aziende che non hanno aderito alla rateizzazione aggiungeva le 554 imprese zootecniche che hanno fatto domanda, ma che non hanno completato le procedure anche a causa dell’emendamento che ha fatto slittare a fine anno il pagamento della prima rata (previsto inizialmente a fine giugno). E poi ci sono le 465 aziende che si erano opposte alle multe con il ricorso al Tar, ricorso poi annullato dallo stesso Tar rendendo così esigibili le multe. Contando anche queste aziende le multe potrebbero arrivare a circa 1500 stalle, per un totale di 465 milioni euro. Poche sopravvivrebbero.

 

Poche risposte

Dal Consiglio dei Ministri non è arrivata una risposta definitiva sul da farsi. Solo un mandato al ministro Galan “di effettuare gli opportuni approfondimenti politici e tecnici sulla vicenda quote latte insieme ai ministri Franco Frattini, Andrea Ronchi e Roberto Calderoli, visto che si tratta di questione risolvibile a iniziare da un corretto rapporto tra Italia e Unione Europea.” Insomma un invito a evitare che Bruxelles ci dia una sanzione per il rinvio a fine anno del pagamento delle rate. E per gli allevamenti alle prese con le multe? Giancarlo Galan non lo ha detto in modo esplicito, ma una riapertura dei termini per aderire alla rateizzazione delle multe potrebbe essere una delle soluzioni per salvare la partita. Salvare le aziende senza premiare i furbi. E con i soldi delle rateizzazioni si potrebbe trovare nuova linfa per assolvere l’impegno preso con il mondo del latte al quale erano stati promessi 45 milioni di euro. Mai arrivati.
Per gli “irriducibili” del no alle multe questa potrebbe essere davvero l’ultima opportunità. Resta da vedere se nel loro portafoglio ci sono i 465 milioni necessari per pagare le multe. Un bel po’ di soldi, anche se pagati a rate. Lo scopriremo presto. Il 15 novembre è vicino.