E' quanto rivela la Coldiretti Lombardia sulla base delle ultime informazioni che arrivano dalla prima linea di difesa contro l'Attila delle piante realizzata all'inizio dell’estate dal Servizio fitosanitario regionale fra l'aeroporto di Malpensa e Bernate Ticino, con migliaia di trappole, floreali e sessuali, ognuna con una gittata di oltre un chilometro.
La Popillia japonica - spiega la Coldiretti regionale - è uno dei parassiti più pericolosi che siano arrivati di recente sui nostri territori: il primo ritrovamento risale all'estate del 2014 a Turbigo, in provincia di Milano. Questo coleottero, originario del Giappone, è in grado di colpire tutte le specie vegetali: dai prati alle piante ornamentali, dagli alberi da frutto ai vigneti.
I rischi maggiori li corrono il mais, il pesco, il melo, la vite e la soia.
Oltre alla linea di difesa già realizzata - continua la Coldiretti Lombardia - a partire da questa prima settimana di settembre un nuovo sbarramento biologico con funghi e batteri sarà posizionato sui prati dei comuni di Turbigo, Castano Primo, Robecchetto con Induno e Cuggiono.
"Purtroppo - interviene Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia - negli ultimi dici anni abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione di specie straniere che si diffondono nei nostri territori perchè non hanno antagonisti naturali che invece trovano nei loro paesi d'origine. Di fronte a questo fenomeno sono quindi strategiche la prevenzione, le segnalazioni da parte degli agricoltori e l'intervento tempestivo da parte dei servizi fitosanitari".
La Popillia japonica - conclude la Coldiretti regionale - è solo l'ultimo degli alieni che minacciano la biodiversità della Lombardia, che può contare su un tesoro di oltre 23mila specie animali e vegetali.
Nella 'top ten' degli invasori più pericolosi, infatti, oltre a questo coleottero, figurano: tarlo asiatico, vespa del castagno, pesce siluro, testuggine dalle orecchie rosse, scoiattolo grigio nordamericano, gambero della Louisiana, minilepre, diabrotica e nutria.