Avvio difficile per la prossima campagna della pregiata nocciola made in Italy a causa del clima di incertezza sulle previsioni di produzione della Turchia, che rappresenta circa il 70% della produzione mondiale, e che espone i nostri produttori a seri rischi di speculazione sui prezzi.

E' quanto rileva la Coldiretti di Viterbo che ha espresso le sue preoccupazioni all’audizione parlamentare e al ministero delle Politiche agricole nel corso di un incontro al quale hanno partecipato i rappresentanti della più grande organizzazione agricola nazionale.

Dopo la Germania, l'Italia è il principale importatore europeo di nocciole turche con oltre 25 milioni di chilogrammi di nocciole sgusciate all'anno; in sostanza è turca una nocciola utilizzata su tre. Le nocciole, spiega la Coldiretti, vengono utilizzate sopratutto come ingredienti degli alimenti (creme, cioccolata, gelati e dolci vari) e per questo al consumatore resta sconosciuta la provenienza dei prodotti che acquista.

Il paradosso è che l'Italia, con oltre 67 mila ettari coltivati, è il primo produttore di nocciole europeo e secondo mondiale, proprio dopo la Turchia, con oltre il 98% della produzione che si sviluppa tra Lazio, Campania, Piemonte e Sicilia.

La Coldiretti denuncia l'inadeguatezza dei controlli fitosanitari sulle nocciole importate, aggravata dalla possibilità di sdoganare le merci presso le strutture degli operatori privati, che non dà adeguate garanzie di controllori pubblici efficaci ed indipendenti.