“Una campagna che sta dando soddisfazioni e sta confermando le buone aspettative di inizio stagione”. Così Andrea Badursi commenta la stagione agricola relativa alla fragolicoltura degli associati all'organizzazione di produttori Asso Fruit Italia.
 
L'organizzazione di produttori con sede a Scanzano Jonico - in provincia di Matera - conta circa 300 associati in diverse regioni italiane: Campania, Basilicata, Puglia, Lazio e Piemonte.
Nel commentare la campagna in corso, il direttore generale Afi, spiega: “L'aumento generalizzato delle produzioni trova riscontro nella domanda, le fragole della Basilicata sono ricercate e molto apprezzate da buyer e consumatori. L'incremento delle superfici coltivate - proprio in Basilicata, primo produttore italiano - è un dato che si pone in positiva controtendenza visto che in altre aree d'Italia si è registrato un calo o quanto meno là dove c'è stata un crescita è stata molto marginale. Interpretiamo il trend alla luce di considerazioni che attengono alla qualità del prodotto e alle caratteristiche organolettiche dello stesso”, ha detto ancora Badursi.

La Basilicata, secondo i dati diffusi lo scorso gennaio dall’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Braia, raggiungerà nel 2016 una produzione di fragole di 38mila tonnellate, con un fatturato atteso stimato pari a 75 milioni di euro. Sempre secondo Regione Basilicata, nel vocato arco ionico lucano sarebbero circa 850 gli ettari investiti a fragola, di cui l’80% della varietà Sabrosa Candonga. Il 50% della produzione lucana della pregiata cultivar Sabrosa riguarda la Candonga Fragola Top Quality dei produttori riuniti dal Consorzio di qualità Club Candonga.

Quanto ai numeri di Asso Fruit Italia: nel 2015 ha totalizzato 7500 tonnellate di fragole per un totale di 180 ettari. "Rispetto al 2016 non vi sono ancora dati certi, possiamo soltanto dire che resta confermato l'aumento nella misura del 15-20% delle superfici coltivate a fragole" sottolinea Badursi.

A giocare la carta vincente per Badursi è l'innovazione, resa possibile grazie “All'alto livello di specializzazione raggiunto dai produttori, che è il risultato di circa quarant'anni di esperienza, gli sforzi fatti sul fronte della ricerca e dell'innovazione che passa dallo studio e dall'attuazione di sistemi di coltivazione sostenibili e orientati al contenimento dell'impiego di principi attivi e risorse produttive sono fattori che hanno determinato il successo delle fragole di Basilicata”.

Badursi ha poi aggiunto quanto parte del successo derivi dall'aggregazione tra produttori: “A tutto ciò si aggiunga l'impegno per quanto riguarda la promozione, la presenza nelle vetrine nazionali e internazionali più autorevoli, operazioni che sono possibili da un punto di vista economico proprio grazie all'aggregazione. In questo modo infatti si possono affrontare gli ingenti costi legati alla presenza in fiere e iniziative che favoriscono l'incontro fra domanda e offerta. Di sicuro pregio, lo sforzo che viene anche dai produttori che ottimizzano le risorse provenienti dai piani operativi per migliorare e modernizzare le aziende.

Inoltre, in Basilicata è nato circa tre anni fa il Club Candonga, realtà consortile che mette insieme i produttori dell'omonima fragola (varietà Sabrosa): "Gli associati producono secondo le direttive del rigido manuale di qualità, aggiungendo così un altro importante tassello all'impennata di consensi verso il prodotto della Basilicata" conclude Badursi.