L'Istituto cileno per l'Agricoltura e la Zootecnia (Sag) ha annunciato di aver rilevato la presenza del batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae in tre aziende agricole poste nelle Regioni di O'Higgins e Maule. “Stiamo sviluppando un piano d’emergenza - afferma lo Sag in una nota - per controllare la malattia. Le indagini che hanno portato all’individuazione dello Psa hanno avuto inizio a inizio dicembre e si sono concluse alla fine di gennaio". L'Istituto ha anche reso noto che le operazioni di monitoraggio stanno continuando, in modo tale da valutare il reale grado di diffusione della malattia.
In Trentino nessun caso
Intanto anche nell’emisfero nord si sta cercando di contenere la diffusione della malattia. E’ recente la notizia diffusa dal laboratorio fitopatologico dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige di non aver individuato tracce del cancro batterico del kiwi in Trentino Alto-Adige. “In base alle diagnosi effettuate - spiega lo Iasma in una nota - grazie ad innovativi test microbiologici e molecolari di riconoscimento, possiamo dire che non sono stati individuati campioni contaminati. I prelievi sono stati fatti nelle zone di Drò e della Vallagarina, principali aree adibite alla coltivazione di kiwi nella nostra Regione”. Data la recente segnalazione del batterio anche nel vicino Veneto e sulla base delle direttive nazionali, il Centro Trasferimento Tecnologico (in collaborazione con l’Ufficio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento) ha attivato una capillare attività di monitoraggio e diagnosi in tutti gli areali di produzione della provincia. “La situazione al momento è tranquilla, ma i produttori devono prestare comunque attenzione - spiega Gino Angeli, responsabile dell’Unità fitoiatria - e qualora riscontrassero i sintomi tipici di questa malattia devono segnarlo ai consulenti sul territorio".
La Regione Lazio al contrattacco
Un'unità di crisi sulla batteriosi del kiwi. E' questa la decisione presa dal Consiglio Regionale della Regione Lazio - Commissione Agricoltura, allo scopo di coordinare le ricerche scientifiche in corso, contenere la malattia, individuare piante resistenti al batterio e permettere un rapido incremento dei fondi a sostegno della recente legge regionale. "Porterò a conoscenza della presidente Polverini - spiega Francesco Battistoni, presidente della Commissione agricoltura della Regione Lazio - la richiesta di avere un incontro diretto con i produttori di fronte a questa grave emergenza per l'economia agricola del Lazio". Durante l'audizione il capogruppo del Pd, Esterino Montino, ha annunciato la presentazione di una proposta di legge. "Sono disposto - spiega Montino - ad accogliere una convergenza bipartisan con scopo di variazione di bilancio per un primo finanziamento urgente di 5 milioni di euro delle misure a sostegno della lotta alle fitopatie".
"Si tratta - spiegano i rappresentanti delle organizzazioni agricole - di ottomila ettari di coltivazioni a rischio, pari a circa 120 milioni di euro dell'economia laziale".
L'audizione si era aperta con una lista di richieste da parte dei produttori: tempi brevi di intervento (come è stato già fatto in Emilia-Romagna e Piemonte), un tavolo anticrisi permanente, il coordinamento delle ricerche scientifiche, la mappatura delle aziende colpite, lo sblocco delle dismissioni Arsial e la destinazione delle risorse ricavate alla risoluzione del problema. L'assessore alle attività produttive della Provincia di Latina, Domenico Capitani, ha definito la commissione Agricoltura come unico interlocutore e ha chiesto indicazioni chiare da parte del Servizio fitosanitario della Regione.