L’assemblea dei soci ha votato: Apima, organizzazione di rappresentanza delle imprese agromeccaniche e agricole fondata nel 1936, è diventata Confai Mantova.

Il cambio nome, che rappresenta un passo verso il processo di uniformazione delle organizzazioni a livello nazionale, come spiega il presidente Marco Speziali, "rimarca l'adesione al progetto di Confai per una meccanizzazione agricola sempre più all’insegna dell’innovazione, della sostenibilità e del dialogo nella filiera agricola". 

Ciò è tanto più importante quanto maggiore è il ruolo che il fenomeno 'contoterzismo' svolge in Italia; il numero crescente di imprese agricole che affidano uno o più servizi in outsourcing richiede, ha proseguito Speziali, "professionalità, disponibilità di macchine efficienti e innovative, elevata specializzazione e la possibilità degli imprenditori agromeccanici di fare economie di scala.

Dati alla mano, il presidente ha sottolineato come il ricorso alle imprese agromeccaniche nei territori mantovano e lombardo per la raccolta di soia e cereali, quali mais, frumento, orzo e riso, superi il 99 per cento. Allo stesso modo, è compito dei contoterzisti occuparsi di più del 75 per cento delle  altre lavorazioni in campo quali preparazione del letto di semina, trattamenti antiparassitari, imballatura dei foraggi, essiccazione e altre forme di messa in sicurezza del prodotto finale.

In tal senso, chiarisce Speziali, "in attesa di ottenere un esplicito riconoscimento a tutti i livelli istituzionali del ruolo dell’imprenditore agromeccanico come soggetto facente parte a pieno titolo del mondo agricolo e quindi meritevole di accedere agli aiuti previsti per il settore, senza assurde preclusioni", l’istituzione dell’Albo degli Agromeccanici assicurato dall’assessore all’agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, rappresenta un primo passo verso una definizione della professione delle imprese di meccanizzazione agricola ad oggi nelle mani del ministero delle Politiche agricole che - ha chiarito Fava - dovrà recepire "quanto affermato in termini di innovazione e accesso allo sviluppo rurale dalla commissione Agricoltura dell’Unione europea".

Come più volte ribadito, l’obiettivo è l’accesso alle misure del Programma di sviluppo rurale con particolare riferimento ai fondi utili al processo di rinnovamento del parco macchine nazionale in virtù delle nuove norme definite dalla revisione obbligatoria che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2015.


Fronti aperti

Strettamente correlato, anche un altro importante nodo sul quale l'associazione, ora Confai Mantova, si spende attivamente. 
"La proposta di limitare l’accesso al primo pilastro della Pac ai soli imprenditori a titolo professionale iscritti nelle liste previdenziali - spiega Speziali - denota una mentalità corporativa e di retroguardia, che punta a difendere i privilegi di alcuni percettori storici di sussidi pubblici che per mere ragioni burocratiche possono essere definiti 'imprenditori agricoli professionali'.
Un’ipotesi
- afferma il numero uno di Confai Mantova - che escluderebbe dagli aiuti circa due terzi delle aziende oggi beneficiarie". 

Leonardo Bolis, presidente nazionale Confai, si è espresso chiedendo al governo e a tutte le istituzioni "provvedimenti utili a sostegno delle imprese e del settore che con scelte coraggiose, raccolgano le nuove sfide senza farsi influenzare da lobby obsolete incapaci, in tutti questi anni, di avanzare proposte significative nell’interesse di tutta l’agricoltura e dei suoi attori".