Negli ultimi anni le parole d'ordine che hanno segnato l'evoluzione dell'agricoltura sono state sostenibilità e innovazione, con la seconda vista come strumento per raggiungere la prima. L'innovazione è un processo che però muta nel corso del tempo, a seconda delle priorità degli stakeholder del settore e delle scoperte scientifiche.

 

Per avere dunque il polso della situazione e toccare con mano le tecnologie che potrebbero arrivare in campo in futuro siamo stati a Londra, dove ogni anno si tiene il World Agri-Tech Innovation Summit (di cui AgroNotizie® è mediapartner). Un evento che raccoglie grandi aziende, startup, investitori e centri di ricerca che si confrontano (e investono) sulle tecnologie del futuro. Dopo due giorni di discussioni e panel, tavole rotonde e chiacchierate con i player di settore, portiamo a casa sette considerazioni.

 

Al World Agri-Tech Innovation Summit 2024 erano presenti molte startup, grandi aziende e fondi d'investimento

Al World Agri-Tech Innovation Summit 2024 erano presenti molte startup, grandi aziende e fondi d'investimento

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Uno. La prima considerazione da fare è che durante la due giorni londinese non abbiamo visto nulla di straordinario, nessuna tecnologia game changer. Una cattiva notizia? Probabilmente no, semplicemente il settore dell'agricoltura 4.0 sta raggiungendo un livello di maturità tale per cui si sta passando da una fase di esplorazione delle possibili innovazioni a una di maturazione e adozione.

 

Due. Il filo rosso che ha attraversato tutto l'evento è stato quello dell'agricoltura rigenerativa, con lunghe discussioni dedicate a come promuovere questo nuovo approccio tra gli agricoltori. A livello tecnologico non ci sono state grosse novità. Si punta sempre su pratiche agronomiche conservative e l'uso di mezzi tecnici sostenibili (biosolutions, concimi organici, biostimolanti, eccetera). Ma il focus è stato soprattutto individuare strumenti da mettere in campo per sostenere la conversione delle aziende agricole. Se a pagare cioè deve essere il pubblico, tramite la Pac ad esempio, oppure il consumatore, con prezzi maggiorati allo scaffale, oppure il mercato, attraverso strumenti come i carbon credit o i crediti di biodiversità.

 

Bioscout è una startup australiana che ha sviluppato un sensore per misurare la concentrazione di spore fungine nell'aria

Bioscout è una startup australiana che ha sviluppato un sensore per misurare la concentrazione di spore fungine nell'aria

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Tre. Fa piacere vedere che tra le tantissime startup coinvolte c'era una buona rappresentanza dell'Italia, che invece negli anni passati era latitante. Tra i boot era presente quello di xFarm, startup che sviluppa software per l'agricoltura e che sta avendo un buon successo tra gli investitori. Evja si sta invece consolidando come uno dei player principali nel fornire soluzioni digitali alle aziende orticole e ha da poco portato a bordo Salvatore Panico, già chief financial officer del fondo Vertis.

 

Italiana è anche 3Bee, che oggi fornisce soluzioni per misurare la biodiversità in campo. Un'azienda che ha fatto tanta strada da quando forniva device Iot agli apicoltori e che oggi è uno dei player principali quando si parla di sostegno alla transizione delle aziende verso un'agricoltura rigenerativa. Fondata da due italiani a Zurigo (Luca Corinzia e Matteo Turchetto) è invece Kora Labs, che sfrutta la tecnologia digital twin per fornire agli agricoltori e ai tecnici un supporto alla concimazione.

 

Quattro. Tra le sale del World Agri-Tech erano presenti poche soluzioni robotiche: solo RootWave, diserbatrice elettrica presente anche nelle passate edizioni, e Nanovel, startup israeliana attiva nel precision picking. Mentre il focus era (oltre che sul digitale) sul fronte delle biotecnologie. Startup come Aplex Bio, Green Impulse, PfBIO, Salicrop, Pherosync e tante altre lavorano sul fronte dello sviluppo di biosolutions (feromoni, consorzi microbici, estratti vegetali, Rnai, peptidi, biostimolanti e altri) o di nuove varietà grazie alle tecnologie di precision breeding.

 

Treetoscope è una startup israeliana che ha sviluppato un sensore da installare nel tronco della pianta per misurarne l'idratazione

Treetoscope è una startup israeliana che ha sviluppato un sensore da installare nel tronco della pianta per misurarne l'idratazione

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Cinque. Abbiamo registrato un certo scetticismo sul fronte dell'intelligenza artificiale che, sebbene sia usata per supportare il lavoro dei ricercatori, non sembra avere invece trovato applicazioni sul fronte dell'offerta ai consumatori finali. Emblematica è stata l'assenza di alcuni player presenti nelle passate edizioni, come AWS e Google, mentre Microsoft si è limitata a tenere un piccolo speech dal palco.

 

Sei. Sul fronte degli investimenti in AgTech, il 2023 è stato disastroso (15,6 miliardi di dollari statunitensi investiti, giù del 50% anno su anno) e il 2024 non dovrebbe andare molto meglio. Parlando con gli investitori si nota che l'entusiasmo di molti fondi per il settore agro è scemato, dopo che alcune bolle sono esplose (come quella del vertical farming) e si è capito che la redditività degli investimenti AgTech non è paragonabile a quella di altri settori.

 

Ensemo ha sviluppato una soluzione per inoculare con biostimolanti microbici i semi di alcune colture, come la soia

Ensemo ha sviluppato una soluzione per inoculare con biostimolanti microbici i semi di alcune colture, come la soia

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

A mantenere viva la scena sono i fondi specializzati verticalmente, quelli con partecipazione pubblica e anche i corporate venture capital, che hanno sempre avuto un atteggiamento più guardingo nelle strategie di investimento e forse proprio per questo sono rimasti meno scottati da certi investimenti avventurosi fatti da altri player in passato.

 

Sette. A catalizzare l'attenzione sull'Inghilterra è stato il fatto che l'ultimo Governo Tory ha varato una legislazione favorevole all'impiego di varietà ottenute con le Tea, le Tecnologie di Evoluzione Assistita (New Genomics Techniques). Con le prime piante già testate in campo, la Gran Bretagna sta acquisendo un certo vantaggio competitivo rispetto all'Europa, dove la nuova legislazione è ancora ferma a Bruxelles.

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