Il Decreto Ministeriale contenente il nuovo Piano Nazionale delle Sementi Biologiche è stato firmato nei giorni scorsi dal sottosegretario del Ministero dell'Agricoltura Luigi D'Eramo. Giunge così a compimento l'iter promosso dal Masaf e che ha preso concretezza con il via libera alla sua adozione della Conferenza Stato Regioni, che aveva sancito intesa il 7 giugno 2023.

 

Il Piano Nazionale delle Sementi Biologiche - già previsto dall'articolo 8 della Legge 9 marzo 2022 numero 23 "Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico" - descritto da AgroNotizie® in questo articolo, deve ora essere applicato. E proprio su questo successivo passaggio prende posizione Assosementi.

 

Secondo l'associazione degli imprenditori sementieri italiani il Piano delle Sementi biologiche appena adottato "permetterà di qualificare ulteriormente il lavoro delle aziende sementiere italiane in questo comparto. Sarà fondamentale ora dare vita a una collaborazione tra tutti gli attori per superare la criticità delle deroghe all'uso delle sementi convenzionali e garantire la tracciabilità lungo tutta la filiera".

 

"Assosementi ha collaborato sin dall'inizio alla stesura del documento, ravvisando la necessità di intervenire sui punti che oggi il Piano considera - ha dichiarato Alberto Lipparini, segretario di Assosementi -. Questo nuovo strumento aiuterà il settore sementiero a individuare e rendere disponibili una gamma sempre più ampia di sementi biologiche, migliorandone sia l'aspetto qualitativo sia quello quantitativo".

 

"Uno dei principali obiettivi del Piano è di ridurre progressivamente e in maniera significativa il numero di deroghe per l'uso di sementi non biologiche" ha aggiunto Lipparini.

 

Su tanto il presidente di Assosementi ha ancora affermato: "Riteniamo che la disponibilità di seme per le produzioni in regime di biologico debba essere garantita da meccanismi che vanno oltre lo strumento della deroga e che prevedano intese tra gli operatori del settore. Il seme rappresenta il primo anello della filiera che, in questo caso, deve essere biologica dall'inizio alla fine".

 

Un altro aspetto strategico è quello della tracciabilità: "I prodotti biologici richiedono più di ogni altro di essere garantiti a partire dal seme e lungo tutto il processo produttivo" ha affermato in merito Lipparini, che ha concluso sottolineando come  "In questo scenario è necessario intraprendere azioni condivise per inquadrare al meglio gli atti derogativi a favore del materiale riproduttivo biologico previsti dal nuovo Regolamento Comunitario entrato in vigore a inizio 2022 preservando qualità, sanità e sicurezza delle produzioni".