Mentre in Lombardia piove a dirotto e il fiume Lambro supera i livelli di guardia in molti settori, nel Mezzogiorno d’Italia le piogge autunnali non si sono ancora viste, ad eccezione di qualche temporale ed alcuni eventi meteorici rilevanti, tanto estremi quanto territorialmente limitati. E le temperature, specie nei valori massimi, toccano ancora livelli da mese di luglio, soprattutto lungo le piane costiere. E anche se l’acqua per irrigare per ora non scarseggia – i bacini ne hanno in carico più o meno quanto un anno fa – nella Puglia meridionale si è già passati per alcune colture all’irrigazione di soccorso, facendo aumentare la domanda del prezioso liquido mentre in Calabria è ormai emergenza, viste le continue richieste di supplementi per gasolio agricolo. che hanno dato vita a ben 4 interventi da parte dell'assessorato regionale all'Agricoltura. In attesa che le piogge autunnali in ritardo giungano finalmente a destinazione, ecco un breve viaggio nel Mezzogiorno tra le scorte idriche finalizzate all’irrigazione.
 

Molise, Guardialfiera a quota 113 metri sul livello del mare

In Molise la diga del Ponte del Liscione sbarra il fiume Biferno, dove  forma l’invaso di Guardialfiera: il 30 settembre scorso – secondo il report di Molise Acque - l’invaso era attestato ad un livello di 113,76 metri sul livello medio del mare, un’altezza che si preferirebbe solo leggermente più elevata, atteso che 118 metri è considerato un buon livello di sicurezza.
Qui vale la pena ricordare che la linea di massimo invaso corre a 129 metri sul livello del mare, quando la capacità massima è di 173 milioni di metri cubi d’acqua, mentre la capacità utilizzabile è di 137 milioni. Bacino ad uso promiscuo – idropotabile ed irriguo – il lago di Guardialfiera contribuisce all’agricoltura da reddito della piana del Biferno, verso la quale veicola ingenti quantitativi idrici a servizio di 20mila ettari.
 

Campania, servizio irriguo prorogato nel nord

Nella Campania settentrionale i Consorzi di bonifica e irrigazione dislocati lungo il fiume Volturno hanno alzato le paratoie delle dighe di fluenza a Capua e ad Ailano e disattivato il servizio irriguo con almeno tre settimane di ritardo rispetto a quanto avviene normalmente, per consentire il completamento delle operazioni colturali, vista l’assenza di significative precipitazioni meteo. Mentre c’è chi la stagione irrigua anche quest’anno in Campania non l'ha neppure vista iniziare: come nel caso degli agricoltori posti nella valle del fiume Peccia, dipendenza del sopprimendo Consorzio aurunco di bonifica, ente in preda ad una crisi economica irreversibile. Nella Campania meridionale non si segnalano anomalie: qui la stazione irrigua – lungo la valle del fiume Sele – è di 365 giorni l’anno.
 

Puglia spaccata in due

Nel nord della Puglia la situazione è sotto controllo: scorrendo i dati del Consorzio per la bonifica della Capitanata ci si accorge che l’acqua presente ieri, 21 ottobre 2019 nell’invaso principale – quello di Occhito sul fiume Fortore – è pari  106,4 milioni di metri cubi contro i 106,2 di un anno fa. Un ottimo risultato, considerato l’opposto andamento stagionale - totalmente asciutto - di questa ultima estate e pur considerando la capacità utilizzabile dell’invaso, notevolmente più ampia: 250 milioni di metri cubi. Gli altri tre bacini minori della Capitanata presentano tutti più acqua di un anno fa e non destano preoccupazione.

Nel perimetro di competenza del Consorzio di bonifica Centro-Sud Puglia, invece, Coldiretti segnala “temperature fino a 32 gradi, assenza di piogge da settimane e campi a secco, con l’irrigazione di soccorso a Bari, Lecce e Brindisi per dare acqua agli olivi e agli ortaggi”.
"In provincia di Bari stanno soffrendo gli olivi a Terlizzi, Palo e Toritto, si va su turni di irrigazione di 8 giorni a Corato ed Andria – segnala Coldiretti Puglia – a Fasano ed Ostuni la grave carenza danneggia gli ulivi prevalentemente nelle zone dove il sistema irriguo è carente, in generale sono in asfissia gli ortaggi in tutta la provincia di Brindisi".
E destano preoccupazione le aziende dove sono stati appena ripiantati olivi di cultivar resilienti alla Xylella fastidiosa.
 

Basilicata, 114,8 milioni di acqua meno di un anno fa

Eppure l’acqua che deve essere veicolata verso il sud della Puglia dovrebbe esserci: visto che il 17 ottobre il sistema di monitoraggio dell’Acquedotto del Sinni – gestito dall’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia – rileva come "per la stagione in corso non si prevedono criticità essendo i valori in linea con i volumi dell’anno precedente”. A ben vedere, sempre secondo l’ultimo bollettino disponibile ieri, negli 8 invasi lucani e nell’invaso campano gestiti dall’Eipli vi erano complessivamente 270,3 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 385,1 di un anno fa: oltre 114,8 milioni di metri cubi in meno. Una differenza legata alla maggiore piovosità del periodo estivo-autunnale targato 2018 e sono in ogni caso numeri da non prefigurare situazione di crisi oggi, sempre sperando che l’autunno torni presto a portare acqua anche sui bacini lucani.
 

Calabria, situazione pesante per il gasolio agricolo

In Calabria lo scorso 15 ottobre, sul Bollettino ufficiale della Regione è stato pubblicato il quarto provvedimento consecutivo dal 20 agosto scorso del direttore generale dell’assessorato Agricoltura che ha autorizzato un ulteriore incremento del gasolio agevolato per uso agricolo. Il tutto in una clima di pesante critica da parte del mondo agricolo calabrese, in preda ad una vera e propria emergenza climatica: secondo Coldiretti Calabria anche quest’ultimo provvedimento non sarebbe ancora sufficiente, ed in parte si rivelerebbe anche tardivo, rispetto alle esigenze reali delle imprese agricole, dovute ad un’estate torrida ed alle mancate precipitazioni di settembre e ottobre.
Ma non solo: il 1° ottobre il Consorzio di bonifica dello Ionio crotonese è rimasto totalmente senza acqua a causa dell’interruzione dei rilasci da parte dell’A2A, che gestisce i laghi della Sila a scopo plurimo, soprattutto idroelettrico, evento che ha visto la convocazione di una unità di crisi a Catanzaro nella sede della Regione Calabria e la produzione di un’informativa al Prefetto di Crotone da parte di Coldiretti Calabria. Situazione ripristinata l'indomani da parte della compagnia elettrica, ma che dà la misura di quanto sia precaria ancora oggi la disponibilità di acqua per l'agricoltura calabrese.
 

Sicilia, 26% di acqua più di un anno fa

Il Dipartimento regionale dell’autorità di bacino del distretto idrografico Sicilia il 1° ottobre scorso ha contato 413,23 milioni di metri cubi d’acqua nei 25 bacini dell’Isola: in diminuzione secca del 9% sul dato del 1° settembre, segno che i consumi – tirati dal caldo - non sono stati compensati dalle precipitazioni. Ma la situazione è decisamente migliore (+26%) rispetto ad un anno fa: quando ad inizio ottobre si contavano appena 328,26 milioni di metri cubi.
 

Sardegna, 111,26 milioni di metri cubi in meno rispetto al 2018

La Regione Sardegna ha pubblicato l’ultimo "Bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna" aggiornato al 30 settembre 2019, quando erano presenti nel sistema degli invasi quasi 1.102 milioni di metri cubi d'acqua, pari al 61% del volume utile di regolazione autorizzato. Un dato inferiore del 9,11% rispetto ai 1212,99 milioni del 30 settembre 2018, quando tale cifra equivaleva al 67,35% del volume utile di regolazione autorizzato.

“Il valore del volume idrico invasato al 30 settembre 2019 ha subito una diminuzione pari a 71 milioni di metri cubi, rispetto al volume invasato al 31 agosto 2019 – è scritto in una nota dell’Autorità di bacino idrografico per la Sardegna, che però assicura - per quanto riguarda l’indicatore di stato per il monitoraggio ed il preallarme della siccità dell’intera isola relativo al mese di settembre 2019, si registra una condizione di preallerta o livello di vigilanza, con un valore dell’indicatore pari a 0,43”.