"Si compie così l'ultimo atto necessario - prosegue Braia - per chiudere l'iter, con la sua approvazione, di una richiesta prodotta qualche mese fa dal Consorzio di tutela del Pane di Matera Igp, a sintesi del grande lavoro che il presidente Massimo Cifarelli ha compiuto negli ultimi anni, anche attraverso la raccolta di osservazioni provenienti dagli stessi panificatori. Le modifiche, ricordiamo, interessano alcune caratteristiche del prodotto e dei metodi di produzione, per recuperare mercati anche extra regionali e promuovere Matera Capitale europea della cultura 2019 e la Basilicata intera”.
“Nel nuovo disciplinare - dice Massimo Cifarelli, presidente del Consorzio di tutela del Pane di Matera - non è stata modificata l’antica ricetta, basata sul lievito madre e sulle vecchie varietà di grano, come ad esempio il Senatore Cappelli, Duro Lucano, Capeiti e Appulo, coltivati nel territorio della provincia di Matera".
"Le principali modifiche - prosegue Cifarelli - riguardano le esigenze commerciali, come ad esempio l’introduzione della forma di pane da mezzo chilo, oppure quelle da cinque e dieci chili, come si usava anticamente. Inoltre per aiutare il consumatore a riconoscere immediatamente il prodotto Igp, abbiamo reintrodotto la marchiatura della forma con il timbro MT, una tradizione diffusa tra le famiglie materane, già negli anni ’50”.
“I cambiamenti del disciplinare consentiranno a sempre più panificatori del territorio di produrre un maggiore quantitativo di prodotto - conclude Braia - rispettando un disciplinare di qualità, richiestissimo ed apprezzato oramai dal mercato e delle migliaia di turisti, prodotto simbolo del riscatto e della tradizione cerealicola lucana".