Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi dall’Istat.
Il quadro dei consumi delle famiglie è completamente negativo, anche per quanto riguarda gli alimentari, complice la flessione del reddito disponibile dell’1,1 per cento annuo nel secondo trimestre, come evidenzia la Cia. Gli acquisti di cibo e bevande sono crollati dell’1 per cento da inizio 2014, toccando il -4,8 per cento per prodotti primari come il latte, e oggi un italiano su due continua a comprare solo l’essenziale.
"Ma a mettere ancora più in crisi le aziende del settore primario è stato l’andamento climatico sfavorevole e sempre più segnato da eventi estremi - continua la Cia - che non solo hanno provocato danni alle produzioni ma hanno stravolto il calendario agricolo in mesi decisivi".
A questo si aggiunge il ‘nodo’ dei prezzi all’origine, assolutamente non remunerativi, che soffocano la dinamicità delle imprese. Ormai la deflazione non è più solo sulla tavola, ma anche in campagna, con un calo drammatico del 6,6 per cento delle quotazioni agricole a settembre (ultimo dato Ismea disponibile) e riduzioni nette soprattutto per i listini di vino (-16,1 per cento) e frutta (-16,9 per cento).
"E nonostante tutto questo, l’agricoltura continua a mostrarsi più vitale di altri settori e a garantire lavoro, per esempio, con un incremento degli assunti del 5,6 per cento nel secondo trimestre dell’anno - conclude la Cia - E’ chiaro, però, ora le cose devono cambiare. Il governo deve accelerare sui provvedimenti a sostegno dei redditi delle famiglie, non fermandosi al bonus Irpef di 80 euro, ma deve anche sostenere con investimenti “ad hoc” l’agricoltura e gli agricoltori italiani, che vanno avanti nonostante un contesto carico di ostacoli".
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