“Paradossalmente con la formulazione del Ddl approvata in Commissione la stragrande maggioranza delle realtà che oggi fanno agricoltura sociale sarebbero tagliate fuori perché non sarebbero considerate “agricoltura sociale” nella definizione che ne danno gli articoli 1 e 2 del Ddl”, spiega Guerini. “Il limite minimo del 30% del fatturato in agricoltura previsto dal Ddl – continua - è una percentuale troppo alta e in sostanza taglierebbe fuori il 90% delle cooperative sociali che oggi fanno agricoltura sociale in maniera seria, rigorosa e improntata ad autentici principi di solidarietà. Addirittura all’articolo 2, il Disegno di legge finisce con l’equiparare l’inserimento lavorativo di un disabile grave o una persona con pesanti problemi psichiatrici con un giovane neodiplomato. E’ importante quindi che la Camera corregga questi punti del disegno di legge”.
“Apprezziamo il fatto che in materia di organizzazioni di produttori (Op) il testo approvato dalla Commissione Agricoltura abbia fatto riferimento alla disciplina nazionale e comunitaria di riferimento”, aggiunge il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri. “Così facendo, si è evitato di snaturare il ruolo delle Op, ossia quello di aggregare l’offerta e commercializzare il prodotto dei soci”.
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