British American Tobacco Italia rinnova il suo sostegno alla filiera, impegnandosi all’acquisto di 4 milioni e mezzo di Kg di tabacco italiano all’anno per il triennio 2014/2016, per un volume d’affari pari a circa 65 milioni di euro in tre anni. L’annuncio è stato dato dal presidente e amministratore delegato di British American Tobacco Italia (Bat Italia) Marc C. Lundeberg durante l’incontro “Tabacco: accordi di programma, una risposta alla nuova Pac e alla direttiva sui prodotti del tabacco” ieri a Verona insieme ad Agrinsieme e Unitab per presentare le opportunità offerte dall’accordo di programma con il ministero delle Politiche agricole e forestali.

Il nostro obiettivo – spiega Lundeberg – è garantire prospettive commerciali sostenibili alla coltivazione italiana del tabacco, che dà lavoro a più di 50.000 persone. Il nostro investimento rappresenta un segnale forte dell’impegno e l’attenzione che il Gruppo Bat ha per il settore agricolo italiano e per i suoi addetti che ha le capacità per competere sul mercato internazionale. L’accordo di programma assume particolare rilievo alla luce delle difficoltà che il comparto del tabacco sta attraversando e che richiede una regolamentazione e una fiscalità che garantiscano competitività e sostenibilità”. Il viceministro delle Politiche agricole e forestali, Andrea Olivero ha dichiarato: “Questa iniziativa dà respiro ad un settore importante nel panorama agricolo italiano. Auspico che il sostegno alla filiera del tabacco sia accompagnato da adeguati strumenti normativi e fiscali che assicurino al settore una solida sostenibilità”.

Nonostante il sensibile calo dei volumi collegato alla crescita del contrabbando si avvertono di recente segnali di recupero del mercato legale dovuti a una maggiore concorrenza. Il settore del tabacco genera entrate fiscali pari a circa 14 miliardi di euro tra Iva e accisa nel 2012 rappresentando una delle principali fonti erariali per lo Stato italiano. L’Italia con 15.000 ettari coltivati rappresenta il primo Paese produttore di tabacco in Europa e il decimo nel mondo. Gli addetti occupati attualmente nell’intera filiera sono circa 200.000, dei quali il 25% coinvolti proprio nella produzione (tabacchicoltura e trasformazione) mentre il rimanente 75% nelle fasi distributive.

Mario Guidi, coordinatore Agrinsieme, ha concluso: “Ad oggi alcuni accordi sono già scaduti da tempo, altri andrebbero attivati con acquirenti mai coinvolti. Il ruolo del ministero delle Politiche agricole è fondamentale, anche per dare un segnale di attenzione politica al settore, garantendo pari opportunità a tutti gli operatori della filiera, evitando che alcune varietà, come quelle campane, vengano discriminate. Per questo chiediamo al Governo di assicurarsi che nel quadro dei nuovi accordi di programma siano rispettati questi principi per tutti gli operatori della filiera e sia sostenuta la collocazione e la commercializzazione dell’intera produzione nazionale, comprensiva di tutte le varietà e le zone di produzione. British American Tobacco  sta dimostrando oggi di avere fiducia nella tabacchicoltura Italiana e si sta impegnando a fare investimenti per sostenerla e mantenere vivo il tessuto economico e sociale che la contraddistingue”.