Tra le regioni spiccano per numero di Dop e Igp l'Emilia-Romagna e il Veneto, con 36 e 35 prodotti. Calano gli operatori certificati: sono 80.231 nel 2012, -4,7% a fronte dei dati dell'anno precedente. Di questi, il 91,5% svolge esclusivamente attività di produzione e il 6,3% solo trasformazione; il restante 2,2% effettua entrambe le attività. Nel sistema di certificazione gli operatori fuoriusciti (13.410) superano i nuovi entrati (9.493). Tra gli operatori prevale la componente maschile: il 79,8% dei produttori e l'86,3% dei trasformatori sono uomini.
In calo anche i produttori con 75.148 unità, -5,1% rispetto al 2011, ma sono particolarmente numerosi nelle attività relative ai settori dei formaggi, 27.747, 36,9% del totale, degli oli extravergine di oliva, 19.192, 25,5%, e degli ortofrutticoli e cereali, 16.767, 22,3%. Si registra un aumento del 2,6% dei trasformatori con 7.015 unità, a fronte dei dati del 2011. Questi sono più consistenti nei settori degli oli extravergine, 1.879, 26,8% del totale, dei formaggi, 1.743, 24,8%, e degli ortofrutticoli e cereali, 1.170, 16,7%.
Diminuiscono dell'8,8% gli allevamenti con 42.804 strutture, mentre la superficie aumenta del 5,2% arrivando a 159.548 ettari. I prodotti di qualità favoriscono lo sviluppo delle aree montane del Paese: il 29,3% dei produttori è localizzato in montagna a fronte del 17% di aziende agricole montane rilevate dal Censimento dell'agricoltura nel 2010. Complessivamente il numero dei produttori registra una battuta d'arresto nel Centro-Sud, mentre nel Nord dove i prodotti Dop e Igp sono storicamente più radicati, il calo risulta più contenuto.
Cia: "La qualità italiana non si batte"
Il commento della Cia, Confederazione italiana agricoltori, in merito al rapporto: "L’Italia resta salda al comando della classifica europea delle produzioni certificate, che crescono a un ritmo sostenuto che non ha pari in nessun altro Paese Ue. Rispetto alle 248 certificazioni registrate dall’Istat al 31 dicembre 2012, lo Stivale ha guadagnato altri 7 riconoscimenti, toccando quota 255 denominazioni tra Dop, Igp e Stg. Il primato conferma l’eccellenza dell’agroalimentare made in Italy rispetto ai nostri competitor più forti. Francia e Spagna ci seguono, infatti, ma a notevole distanza: Parigi si ferma a 197 riconoscimenti e Madrid a 16" spiega la Cia.
Coldiretti: "La leadership italiana nella qualità alimentare vale 12 miliardi"
"L'Italia ha una leadership nella qualità alimentare che vale 12 miliardi: è questo infatti il fatturato al consumo generato sui mercati nazionale ed estero dalle produzioni a denominazione di origine (Dop/Igp)". E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che il primato nazionale. "Le principali produzioni a denominazione di origine, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal Prosciutto di Parma al San Daniele, trainano l’intero made in Italy alimentare verso il record storico nelle esportazioni con un crescita stimata pari al 7% per un valore che nel 2013 – sottolinea la Coldiretti - dovrebbe raggiungere la cifra record di 34 miliardi. Un segnale positivo in vista dell’Expo che deve rappresentare l’occasione per fare conoscere la vera identità del prodotto italiano all’estero dove il nemico maggiore - sostiene la Coldiretti - sono le imitazioni low cost con il cosiddetto “italian sounding” che vale circa 60 miliardi (quasi il doppio delle esportazioni di prodotti autentici) e colpisce i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale. Bisogna combattere un inganno globale per i consumatori che - conclude la Coldiretti - causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul piano internazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi".
Copagri: "Il settore va assecondato nella politica economica e sociale"
"Il settore dell'alta qualità va assecondato nella politica economica, ma anche sociale del Paese" commenta Copagri sulla base dei dati Istat. "Queste produzioni favoriscono lo sviluppo di zone montane, altrimenti abbandonate - sottolinea ancora Confederazione produttori agricoli -. Bisogna fare presto perché sotto la pressione degli alti costi produttivi e di gestione aziendale e degli aggravi fiscali e contributivi, i rilevamenti tra il 2011 e 2012 manifestano un calo del 4,7% degli operatori certificati e tra questi un -5,1% dei produttori, seppure decisamente meno nel Nord dove sono concentrate le maggiori percentuali di produttori e trasformatori". Copagri ha inoltre ricordato che esiste in Italia una qualità “sommersa”, fatta di varietà pregiate a costi più che accessibili ma non sufficientemente note, perché purtroppo il marketing non è un'attività che qualsiasi azienda può permettersi.
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Fonte: Agronotizie