Nonostante il crollo della domanda interna, non tutte le speranze sono perdute per l'economia italiana: le esportazioni continuano infatti a fornire un apporto essenziale e l'agroalimentare è in prima fila nel traino dell'export made in Italy.

Sette famiglie su dieci hanno alleggerito il carrello della spesa a causa della crisi, riducendo nel primo trimestre i consumi di pasta (-1,6 per cento), frutta (-4,5 per cento), ortaggi (-2,2 per cento), olio extravergine d’oliva (-7,3 per cento) e vino (-6,9 per cento). Per fortuna, però, il made in Italy agroalimentare continua a volare sui mercati esteri, registrando ad aprile un incremento delle vendite oltreconfine del 12,6 per cento, quasi tre volte la crescita media dell’export, che si attesta al +4,4 per cento tendenziale. Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati sul commercio estero diffusi oggi dall’Istat.

L’agroalimentare, insomma, si dimostra molto vitale ed economicamente strategico per il Paese. "Non solo il comparto “regge” in Europa - osserva la Cia -  ma continuano ad aumentare le esportazioni di prodotti agricoli e alimentari nei nuovi mercati extra-Ue, che salgono a un ritmo del 5 per cento annuo.
Soltanto l’export ortofrutticolo vale 4 miliardi di euro l’anno, eppure c’è ancora un enorme margine di crescita visto che la domanda mondiale, sostenuta proprio dai Paesi emergenti Bric (Brasile, Russia, India e Cina) è passata da 70 a 170 miliardi di dollari in pochi anni
".
La Cia sottolinea dunque l'importanza di valorizzare i prodotti made in Italy, con una nuova e più efficace azione sinergica per il settore.