L'export agricolo non solo non riesce a ripartire, ma anzi è crollato del 14,4 per cento  nei primi quattro mesi del 2012. Colpa, secondo la Cia - Confederazione italiana agricoltori, dei costi produttivi, definiti "esorbitanti".

"Mentre il made in Italy alimentare continua a mantenere e incrementare le sue quote all'estero, segnando anche ad aprile un incremento tendenziale dell'1,3 per cento - spiega la Cia, nel commentare i dati sul commercio estero diffusi dall'Istat. - le vendite oltreconfine di prodotti agricoli freschi calano drasticamente. Un trend negativo che è cominciato nel 2011 e sta proseguendo quest'anno".

La Cia ricorda l'eccezionale ondata di maltempo che nei primi mesi del 2012 ha penalizzato le produzioni agricole ma, aggiunge, "il punto centrale della questione resta l'aumento costante dei costi di produzione, spinti in alto dal caro-carburante, e il parallelo calo delle quotazioni all'origine. Un binomio devastante che, quest'anno, ha addirittura scoraggiato molti a seminare, a piantare, con una crescita del 5,5 per cento dei terreni lasciati a riposo".

Confagricoltura sottolinea come, complice la crisi e le difficoltà delle famiglie, siano diminuite anche le importazioni di prodotti agricoli (-11,6% ad aprile 2012 su aprile 2011, -7,6% nei quattro mesi). Risultati di segno positivo invece si registrano per l'export dei prodotti alimentari trasformati (+1,3% ad aprile, +7,1% nel quadrimestre). "Preoccupa il dato delle vendite agricole, con le aziende che non riescono a preservare le loro quote di mercato all'estero" spiega Confagricoltura. 

Secondo la Cia per risolvere il problema dell'export agricolo bisogna andare alla radice, alle politiche economiche nazionali.

"Occorre investire nel settore primario, nelle sue potenzialità anche oltreconfine, rafforzare la capacità delle imprese agricole di esportare e di investire all'estero, creando strumenti normativi che le sostengano direttamente, semplificando e razionalizzando le risorse - spiega la Cia - Ma soprattutto  serve una politica di promozione efficace sulle vetrine internazionali che riporti i prodotti della nostra agricoltura sulla scia positiva del successo dell'agroalimentare made in Italy nel mondo".

Anche Confagricoltura sottolinea l'importanza di fornire sostegno all'attività di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari italiane, in particolare di quelle che, seppure strutturate per l'estero, non riescono a farlo individualmente. Secondo l'organizzazione agricola occorre anche promuovere maggiormente i prodotti "primari" italiani, nell'ottica di rafforzarne la presenza sui mercati internazionali.

 

Vola l'export del vino

In un panorama che appare come problematico, le esportazioni di vino italiano hanno fatto segnare un aumento del 7% in valore, in controtendenza rispetto al dato generale. Lo segnala la Coldiretti in base ad un'analisi effettuata sui dati relativi al commercio con l'estero nei primi tre mesi del 2012. 

"Il vino - spiega la Confederazione - è diventata la voce più importante dell'export agroalimentare nazionale con oltre la metà del fatturato all'estero che viene realizzato nei Paesi dell'Unione europea, con la Germania (+11%) in testa seguita dalla Gran Bretagna (+16%). Poco meno di un quarto del fatturato estero è stato però ottenuto negli Stati Uniti con un aumento in valore del 3% nel 2011". 

La vera sorpresa viene però dai Paesi asiatici: le esportazioni verso la Cina sono cresciute del 32% e quelle verso il Giappone del 23%. 

"Il risultato sui mercati esteri è di buon auspicio per la produzione 2011 - rileva la Coldiretti - che è risultata di buona qualità ma su livelli da minimo storico con un calo record del 14% per un quantitativo stimato attorno ai 40 milioni di ettolitri".

 

I dati dell'Istat

Secondo le rilevazioni dell'Istat, sia import sia export hanno registrato un incremento, che è stato più intenso per le importazioni (+2,5%) rispetto alle esportazioni (+0,2%)

La crescita congiunturale dell'export è dovuta all'incremento delle vendite verso i Paesi Ue (+1,0%). Nel mese di aprile - informa l'Istituto di statistica - la riduzione tendenziale delle esportazioni ha riguardato in modo particolarmente accentuato le vendite all'estero di prodotti agricoli della silvicoltura e della pesca, che calano del 14,4%, mentre aumentano del 14% quelle che riguardano i prodotti botanici.