I deputati europei non ci stanno: il programma di aiuto alimentare per i più bisognosi non può essere eliminato, a maggior ragione in un periodo tanto duro per chi è in difficoltà.
Nel corso della sessione plenaria dell’Europarlamento che si è svolta questa settimana a Strasburgo, la Commissione Agricoltura ha contestato la scelta degli Stati membri, invitandoli a trovare una soluzione affinché il programma continui anche dopo il 2013.

Il programma di aiuto agli indigenti

Si tratta di un programma che, da 25 anni, contribuisce ai aiutare i più poveri, fornendo loro cibo e pasti caldi, tramite mense gestite da Ong e associazioni caritative. Un budget di mezzo miliardo di euro l’anno, a disposizione degli indigenti nei 20 Paesi che partecipano al progetto (attualmente, la stima si aggira sui 18 milioni).

I fatti pregressi

La Corte di giustizia europea ha messo in discussione alcuni principi giuridici legati al funzionamento dell’attività: la questione, che avrebbe potuto risolversi con modifiche legali, si è trasformata però in uno scontro politico.
Sei capitali (Berlino, Londra, Stoccolma, Amsterdam, Copenaghen e Praga) hanno 'dichiarato guerra' al programma, decretandone l’abbandono dopo il 2013 e mettendone in discussione l’applicazione anche nel periodo in corso, che comprende i prossimi due anni. Quest’ultimo nodo è stato sciolto, dopo lunghe trattative, il mese scorso, quando il Consiglio ha approvato il finanziamento per il biennio 2012-2013, stabilendone però la fine dopo quella data.

La posizione del Parlamento europeo

Accogliendo con favore la decisione di continuare a fornire l’assistenza alimentare per i prossimi due anni, il Parlamento ha però denunciato il proposito dei governi nazionali di abbandonare il programma successivamente.
L’atteggiamento delle capitali è stato bollato dagli eurodeputati come “deludente”, poiché “mina lo spirito di solidarietà europeo”.

Inoltre, il 'no' degli Stati membri “non è un documento legale, quindi non è vincolante”, ha precisato Paolo De Castro, presidente della Comagri, lasciando intendere, come più volte sottolineato anche dal commissario all’agricoltura Dacian Cioloş, che fuori dal Consiglio le trattative sono considerate tutt’altro che chiuse.

Gli sviluppi

Gli Stati membri dovranno reagire ora alla pressione dell’organo rappresentativo dei cittadini europei, rafforzata dal fatto che anche la Commissione europea condivide la necessità di mantenere in vita le banche del cibo per i poveri.
Il primo appuntamento è fissato per oggi e per domani, con la riunione dei ministri responsabili dei 27 Stati membri.