“Un’intesa strategica tesa migliorare l’efficacia degli interventi pubblici nel settore dell’internazionalizzazione del sistema produttivo italiano". Così il viceministro Adolfo Urso ha definito il primo accordo quadro tra il ministero dello Sviluppo economico e Unaprol siglato a Verona durante il Vinitaly-Sol per il rilancio dell'export dell'olio di oliva italiano di qualità.

La campagna olivicola 2009/2010, a livello mondiale, si attesterà su 2,8 milioni di tonnellate di prodotto e chiuderà con una flessione del 2% rispetto alla campagna precedente. A consuntivo in Europa si produrranno circa 2 milioni di tonnellate di olio di oliva in generale; 1,2 mln in Spagna (58%), 470 mila tonnellate in Italia (22%). Terzo posto per la Grecia con 348 mila tonnellate (17%) e Portogallo con 50 mila tonnellate (2%).
L’Italia - che produce 100% italiano - punta dunque sull’export.
"Ci sono già i primi segnali della ripresa economica - ha aggiunto Urso -. La macchina dell’export si è rimessa in moto già nell’ultimo trimestre 2009, e a febbraio 2010, le esportazioni extraeuropee sono cresciute di quasi 3 punti. Indicatori positivi che fanno sperare in una crescita dell’export italiano per il 2010 di almeno il 4% e di una ripresa delle esportazioni di almeno il 6-7%%”.

L’accordo di programma - della durata di due anni e con la possibilità del rinnovo - prevede il co-finanziamento delle iniziative promozionali all’estero del comparto olivicolo attraverso l’intervento dell’Istituto del commercio estero (Ice). Un accordo che favorirà la creazione di rapporti stabili all’estero con operatori, buyers, ristoratori e mondo della comunicazione locale, sosterrà lo sviluppo dei consumi dell’olio extra vergine di oliva di eccellenza attraverso azioni promozionali; iniziative di formazione e informazione verso le imprese italiane e gli operatori esteri.

Fonte: elaborazione Unaprol su dati Gti

“A questa domanda risponde il progetto di I.O.O.% qualità italiana che nelle prime settimane di attività – ha affermato Massimo Gargano, presidente di Unaprol – ha già certificato e commercializzato prima di Pasqua le prime 70mila confezioni di olio extra vergine di oliva di alta qualità italiana”.
“Aprire i mercati al vero prodotto made in Italy è sempre stata la nostra mission – ha aggiunto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -. Per questo consideriamo strategica l’intesa".

Siglato l'accordo interprofessionale di settore

Rispettare determinate regole e parametri più ristrettivi per avere una maggiore remunerazione del proprio prodotto. E’ questo l’obiettivo dell’accordo interprofessionale per l’olio extravergine di oliva e vergine lampante, dalla campagna 2009/2010, sottoscritto da Confagricoltura, Cia, Copagri, Unasco, Aipo, Cno, Unapol, Assitol, Federolio, Associazione frantoiani italiani.
La firma si colloca nell’ambito delle politiche dell’Organizzazione interprofessionale dell’olio di oliva.

L’accordo (di durata biennale) intende proporre un quadro di regole condivise - sostiene Confagricoltura - integrato da specifiche informative tecniche sulle tipologie di oli, da utilizzare per la conclusione dei contratti che le aziende aderenti alle Organizzazioni firmatarie sottoscrivono autonomamente.

Obiettivo: creare le condizioni per lo sviluppo di attività commerciali, con una certificazione che garantisca la conformità alle normative comunitarie per la fornitura di olio extra vergine di oliva italiano con specifiche tecniche più restrittive di quelle applicabili al prodotto convenzionale e con un più attento rispetto della disciplina sui contaminanti e sui residui di antiparassitari.

Il prodotto dovrà essere accompagnato, nelle fasi di transazione, dal certificato di un Laboratorio accreditato Sinal, integrato dal certificato di uno dei panel (professionali e ufficiali) riconosciuti per ciò che concerne le caratteristiche organolettiche. Inoltre, l'accordo stabilisce che il prezzo sia fissato sulla base degli indicatori di mercato rilevati sulla piazza di riferimento più vicina alla zona di origine, oppure su quella individuata dalle parti, a cui saranno sommati dei plus sul prezzo da corrispondere al produttore, in modo da assicurare le forniture con le specifiche tecniche minime previste del 10% per gli oli extra vergini e del 5% per gli oli vergini lampanti.

Soddisfatta anche la Confederazione italiana agricoltori per un accordo che "può restituire fiducia, attraverso un adeguato riconoscimento dei prezzi, ai produttori".