In Sardegna è arrivata una deroga parziale al blocco della movimentazione dei ruminanti sul territorio regionale dopo il blocco totale assunto il 10 novembre 2022 a seguito dei primi casi in Europa - riscontrati in un allevamento ad Arbus - della malattia emorragica del cervo.
La deroga, a firma del direttore del Servizio di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare, Antonio Montisci, riguarda solo gli spostamenti all'interno della Regione Sardegna e giustificati da "urgenti motivi di benessere e di custodia degli animali, con particolare riferimento allo spostamento verso i codici pascolo o di rientro in azienda dagli stessi pascoli".
La deroga è concessa "previo accordo tra i servizi veterinari di partenza e di destinazione almeno 48 ore prima della movimentazione". Gli animali, inoltre, nelle 24 ore precedenti il trasferimento, "non dovranno mostrare segni clinici da malattia". I trasferimenti, che devono essere autorizzati dalle Asl competenti per territorio, dovranno riguardare "territori per quanto possibile attigui".
Inoltre, il provvedimento specifica: "le movimentazioni in parola dovranno avvenire in vincolo sanitario per la destinazione e nelle ore diurne, con mezzi trattati con insetticidi autorizzati" questo per ridurre al minimo la probabilità del contagio dovuta ad alcuni insetti culicoidi. Infine, il provvedimento di deroga "non può comunque trovare applicazione per movimentazioni da zone con circolazione virale".
Coldiretti, una prima buona notizia
"Una prima buona notizia che avevamo richiesto nel primo incontro dell'Unità di Crisi che dimostra subito la sua operatività" afferma il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, che ne aveva chiesto l'istituzione subito dopo l'ufficialità del primo focolaio della malattia del cervo.
La crisi legata alla malattia emorragica del cervo è uno degli argomenti principali di tutti gli incontri promossi in queste settimane dalla Coldiretti nel territorio regionale.
Se n'è parlato il 25 novembre scorso a Senorbì dove erano presenti circa 150 agricoltori e allevatori per parlare del virus che va ad attaccare soprattutto il settore del bovino da carne, una delle eccellenze della zootecnia sarda che coinvolge circa 7.800 allevamenti con oltre 210mila capi, dei quali oltre 80mila nel territorio di Nuoro e Ogliastra, 45.600 a Sassari, 35.500 in Gallura, 25.500 a Oristano e circa 24.500 nel Sud Sardegna.
"Come abbiamo più volte ribadito è fondamentale intervenire subito per andare incontro agli altissimi costi di gestione a cui stanno andando incontro gli allevatori che si ritrovano con i vitelli bloccati in azienda - ribadisce il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -, con il caro prezzi e con i costi dei mangimi raddoppiati rischiano seriamente di dover chiudere le aziende".