In Calabria condizioni climatiche avverse hanno gravemente compromesso i risultati del comparto apistico in tutto il territorio della provincia di Reggio Calabria, in particolare negli areali agrumicoli vocati come la piana di Gioia Tauro, Rosarno, la costa ionica e il basso Ionio reggino dove la produzione è stata completamente azzerata. Questo quanto riferisce il direttore della Coldiretti di Reggio Calabria, Pietro Sirianni, dopo aver effettuato alcuni sopralluoghi nell'area.
 
"Secondo una prima stima - riferisce Sirianni - il danno alla produzione di miele millefiori primaverile, di zagara di arancio, in provincia di Reggio Calabria ammonterebbe al 70% dell'intera annata produttiva". E a rischio - secondo Coldiretti Calabria - c'è anche la produzione in corso di miele di "acacia" e di "sulla", al punto che gli apicoltori ad oggi non hanno ancora iniziato la produzione che in questo periodo dovrebbe essere al picco nettarifero e le piante di Robinia pseudoacacia hanno solo il 20% dei fiori rispetto ad una normale fioritura, per i danni che le piante hanno subito a seguito delle gelate tardive.

Coldiretti Reggio Calabria in questo momento di grave difficoltà per gli apicoltori ha chiesto al dipartimento Agricoltura della Regione Calabria la verifica dei danni sulle aziende apistiche per la formulazione della richiesta di declaratoria dello stato di calamità in questo delicato comparto, fondamentale per la salvaguardia della biodiversità.

"Il periodo di freddo che ha interessato la provincia di Reggio Calabria fino agli ultimi giorni di aprile - spiega il presidente di Coldiretti Reggio Calabria, Domenico Lavorata - ha ostacolato fortemente il volo delle api,  comportando oltre che la  perdita di produzione persino la mancanza di alimento per gli alverari e gli apicoltori si vedono costretti a fare nomadismo non tanto per la produzione del miele quanto nel tentativo di approvvigionare le scorte minime per la sopravvivenza degli sciami di api".

Le avverse condizioni meteorologiche delle scorse settimane, le gelate dell'8 e 9 aprile che hanno indotto le api in uno stato di fermo biologico - chiarisce Coldiretti - il susseguirsi di freddo, vento forte, cali termici fuori stagione, scirocco e pioggia hanno causato in questa primavera ritardo delle fioriture, condizioni ostili al volo delle api, danni ai fiori con una mancanza di fonte "nettarifera" che si ripresenta oggi con produzione nulla di miele e scarsa impollinazione delle piante che inevitabilmente si ripercuoterà anche sulle produzioni che affidano la loro impollinazione agli insetti pronubi.

L'unica speranza ora è affidarsi alle prossime fioriture più importanti, quella del castagno e dell'eucaliptus, ma i danni del cinipide sul castagno, già evidenti sulle piante in vegetazione ed il decorso negli anni scorsi della psilla sull'eucaliptus, lasciano poca speranza agli apicoltori reggini che si vedono già costretti ad intervenire con integrazione di alimenti negli alveari per scongiurare la morte per fame delle api.