Il bando infatti mira a rimborsare il valore di mercato dei capi uccisi e le eventuali spese veterinarie per la cura degli animali feriti in attacchi di lupi avvenuti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dello scorso anno.
Possono fare domande come beneficiari tutti gli agricoltori in possesso di partita Iva che attestino l'attività di allevamento di bovini, ovini, caprini, suini o equidi (asini e cavalli) e che abbiano una Unità produttiva zootecnica (Upz) in Toscana.
Per potere beneficiare del bando, il danno dovuto all'attacco dei lupi, avvenuto nel 2020, deve essere certificato come attacco predatorio da un certificato ufficiale di un veterinario Asl.
Inoltre per poter ricevere l'indennizzo è necessario dimostrare che al momento dell'attacco dei lupi l'azienda avesse almeno un sistema di prevenzione, come l'uso di recinzioni di protezione e di cani pastori.
Per poter beneficiare dell'indennizzo l'azienda deve ovviamente essere in regola con le norme sanitarie e veterinarie, come ad esempio l'anagrafe zootecnica, l'identificazione e la registrazione dei capi.
Inoltre non devono essere già stati ottenuti altri indennizzi pubblici o assicurativi per il risarcimento del danno o dei danni subìti, o eventualmente devono essere detratti dal contributo previsto.
L'indennizzo viene calcolato come il 100% del costo di mercato dei capi uccisi dai lupi o che è stato necessario abbattere per le ferite riportate in seguito all'attacco (danni diretti) o l'80% delle spese veterinarie sostenute per la cura degli animali feriti (danni indiretti). In ogni caso l'indennizzo per le cure, cioè per i danni indiretti, non può superare il valore di mercato dell'animale.
Il bando prevede una priorità per gli Imprenditori agricoli professionali (Iap) giovani, cioè con meno di quarant'anni di età, per gli Iap in zone montane, per gli Iap generici e infine per gli agricoltori non Iap.
Le domande devono essere presentate esclusivamente per via telematica su Artea, compilando l'istanza online Id 21406 entro il 30 aprile 2021.
Alla domanda devono essere allegate: la copia del certificato del veterinario Asl relativa alla predazione e la documentazione anche fotografica dell'uso dei sistemi di prevenzione. Inoltre può essere richiesta la copia del certificato di provenienza del capo attaccato, ma solo per i capi certificati, e la copia del registro di stalla, nel caso in cui l'azienda sia stata aperta dopo l'1 gennaio 2020.
Per maggiori informazioni e dettagli si rimanda alla pagina ufficiale e al testo completo del bando.