E' un testimone impegnativo quello che Nicola Cesare Baldrighi ha lasciato nelle mani di Renato Zaghini, che ne prende il posto come presidente del Consorzio per la tutela del Grana Padano.

Quella di Baldrighi è stata una presidenza di 21 anni, che non sarà ricordata per la sua lunghezza, ma per i risultati raggiunti da questo formaggio, il più consumato al mondo fra quelli a marchio Dop.
Ma il vanto di Baldrighi è soprattutto quello di aver preso le redini del Consorzio in un momento di forti tensioni interne, ricucite con un abile e lungo lavoro, sino alla attuale coesione fra tutti i protagonisti di questa filiera.

Questo della coesione, ha dichiarato Baldrighi in una recente intervista: "È il valore più grande in un consorzio, e in questi anni l'abbiamo perseguito".
 

Una lunga esperienza

Un'eredità raccolta ora da Renato Zaghini, forte della sua lunga esperienza nella filiera del Grana Padano, maturata in 21 anni di presidenza del caseificio Europeo, realtà cooperativa del mantovano, durante i quali ha affrontato momenti di gravi difficoltà, una fra tutte la complicata vicenda delle quote latte e degli eccessi di produzione lattiera.

Nell'assumere il nuovo incarico Zaghini si è detto pronto ad affrontare le incognite che lascia dietro di sé la pandemia da coronavirus.
Che Zaghini abbia le "carte in regola" per affrontarle e superarle ne è certo il presidente uscente, che ben conosce Zaghini per il suo operato come tesoriere del Consorzio, incarico che ha ricoperto per 17 anni.
 

Parola d'ordine, collegialità

Nel suo discorso di insediamento, il neopresidente ha posto l'accento sulle linee guida della sua presidenza, che sarà improntata a collegialità e condivisione.

"Vorrei che il mio mandato - ha detto Zaghini - si contraddistinguesse per la sua gestione collegiale. Questo perché so bene che dal nostro agire non dipende solo la sorte delle nostre aziende e dei nostri soci ma l'intero sistema lattiero caseario italiano, che risente moltissimo delle nostre scelte e decisioni".
 

Grana Padano e latte

Bene ha fatto Zaghini a ricordare lo stretto legame fra le sorti del Grana Padano e quello di gran parte del sistema lattiero italiano.
Perché, è opportuno ricordarlo, la maggior parte del latte prodotto in Italia è avviata alla trasformazione e la produzione del Grana Padano assorbe circa un quarto dell'intera produzione di latte, un'enorme "cascata bianca" di oltre tre milioni di tonnellate, litro più, litro meno.

Non a caso nella definizione del prezzo del latte uno dei principali parametri di riferimento è proprio il prezzo del Grana Padano. Che da qualche mese è però in forte difficoltà.
Colpa dell'emergenza sanitaria, ma anche della maggiore pressione dell'offerta, cresciuta nel 2019 di oltre il 4% e tutt'ora in crescita nei primi mesi del 2020.

Convincere i consorziati sull'opportunità di tirare il freno per ridare fiato ai prezzi sarà probabilmente uno dei primi scogli che Zaghini dovrà affrontare. Non resta che augurargli buon lavoro.