Le dichiarazioni di Palitta
“Abbiamo fatto un passo avanti molto importante nella dura battaglia che il Consorzio porta avanti ogni giorno contro l’italian sounding”, dice il presidente del Consorzio tutela, Salvatore Palitta, ufficializzando l’accordo.“Quello ottenuto in Giappone è il risultato di un lavoro lungo e paziente, portato avanti dai nostri legali e durato diversi mesi, fatto di scambi dialettici continui con il loro Ufficio Marchi, che ci ha portati finalmente a ottenere la tutela del nostro marchio sul mercato. Questo significa – spiega il presidente del Consorzio - che il consumatore giapponese avrà da oggi un elemento in più per capire se quello che sta comprando è il prodotto originale."
“A questi aspetti tecnico-giuridici aggiungeremo già dai primi mesi del prossimo anno una forte operazione di marketing con l’obiettivo di far conoscere meglio il Pecorino Romano, farne apprezzare le caratteristiche e le qualità nutrizionali, diffonderlo nei ristoranti e dunque allargare il bacino di clientela" sottolinea Palitta.
Il progetto "Chizu"
Il Consorzio tutela del Pecorino romano sul Giappone ha un progetto, denominato "Chizu" (formaggio in giapponese), che è rientrato negli 81 progetti triennali selezionati dall’Unione europea, che lo ha finanziato con 840mila euro, nell'ambito del sostegno ai programmi di promozione per i prodotti agroalimentari 2019. Il Consorzio lo cofinanzierà portandolo a un valore complessivo di oltre 1 milione di euro. Il progetto punta soprattutto alla ristorazione, in particolare ai ristoranti nella zona di Tokyo, per poi crescere nella grande distribuzione. Quello giapponese è un mercato in forte crescita: nell’ultimo triennio sono stati esportati circa 4000 quintali di Pecorino Romano per un giro d’affari di 3 milioni di euro, e ci sono ancora molti spazi per crescere. Fra le attività previste dal progetto, che partirà nel 2020, il “Carbonara Day”, programmi televisivi, eventi promozionali, attività social e applicativi web, oltre alle principali fiere giapponesi.Giappone, la nuova frontiera per chi vende formaggi
I formaggi stanno riscontrando un notevole successo nel gusto dei consumatori giapponesi. Nel 2017 il consumo totale di formaggi è stato di 325mila tonnellate (+6,5%), ovvero 2,5 chili pro capite. Il consumo diretto di formaggi naturali è aumentato del 7,5% (192.681 tonnellate), con un’incidenza del 60,1% sul totale, mentre quello di formaggi fusi è aumentato del 7,4%.Il mercato giapponese è molto remunerativo sia per l’elevato numero di abitanti concentrati nelle grandi aree metropolitane sia grazie ad un Pil pro capite elevato (37.300 dollari contro i 30.300 dollari per l’Italia). Nel 2015 la spesa media annua di una famiglia per l’acquisto di formaggi è aumentata del 4,6% e la quantità acquistata è stata stabile (+1,2%), dunque l’incremento è dovuto ad un aumento del prezzo medio dei formaggi passato da 133 a 170 Yen.