Per i mercati avicoli il confronto fra le quotazioni attuali e quelle dello scorso anno è avvilente.
Per i polli i prezzi di mercato del vivo sono inferiori di oltre 10%.
Non se la passano meglio i tacchini, anche loro con riduzioni rispetto al 2017 che si avvicinano in alcuni casi al 7%.
Solo per galli e galline di taglia pesante e allevate a terra il confronto con lo scorso anno è positivo.

E' quanto emerge dalle analisi sul settore avicolo per il mese di settembre condotte dal Crefis, il Centro di ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica, diretto da Gabriele Canali.


Mercato in ripresa

Scenario completamente diverso se il confronto viene fatto su base congiunturale, ovvero confrontando l'andamento di mercato di settembre rispetto al mese precedente, cioè agosto 2018.
In questo caso si hanno aumenti significativi, circa fra il 5 e l'8% per i polli e ancora più alti per galli e galline pesanti.

Aumenti poi confermati nelle prime due settimane di ottobre, dove i prezzi hanno continuato a crescere, senza tuttavia raggiungere i livelli dell'anno precedente.

Solo i tacchini sembrano segnare il passo, con quotazioni praticamente immutate rispetto al mese precedente.

Prezzo medio mensile degli avicoli - peso vivo
 

Le uova

Il mercato delle uova sembra muoversi in sincronia con quello avicolo.
Prezzi sensibilmente inferiori rispetto a un anno fa si registrano per le uova ottenute da galline allevate in gabbie arricchite, mentre un calo meno sensibile lo si rileva per le uova ottenute da allevamento a terra.

Anche in questo caso, però, il dato congiunturale è positivo, con aumenti in settembre che in alcuni casi superano il 3% rispetto ad agosto.
 
Prezzo medio mensile delle uova


Difficile investire

I mercati avicoli sembrano dunque tendere ad un miglioramento, ma il differenziale rispetto allo scorso anno resta elevato ed è motivo di preoccupazione.

I margini di redditività degli allevamenti sono modesti mentre le imprese sono impegnate nel necessario ammodernamento degli impianti, funzionali al rispetto del benessere degli animali.
Uno sforzo economico rilevante che in altri paesi ha trovato un alleato nel sostegno pubblico.


Le richieste dei produttori

Un tema, questo degli interventi in favore del settore avicolo, al centro di un recente incontro fra Antonio Forlini, presidente di Unaitalia (fra le più importanti associazioni del settore avicolo) e il ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio.

In particolare Unaitalia chiede sostegni alla conversione degli allevamenti da gabbia a terra e al contempo una modifica delle norme sulla timbratura delle uova, da farsi direttamente in allevamento.

Un modo questo per evitare comportamenti scorretti con l'ingresso di uova straniere, "naturalizzate" poi come italiane, magari provenienti da allevamenti a terra anche quando non è vero.


Una filiera tutta italiana

Il mondo avicolo è poi orgoglioso della qualità e sicurezza che la filiera italiana è in grado di assicurare.
Una qualità a volte disconosciuta e svilita da inutili allarmismi e da false notizie che mettono in discussione i metodi produttivi.

Per fortuna il consumatore, pur se a volte confuso da queste notizie fuorvianti, continua a premiare il prodotto avicolo italiano.
Lo dimostra il costante aumento dei consumi, giunto nel 2017 a 21 kg procapite, soddisfatto da una produzione di oltre 1,35 milioni di tonnellate, tutta made in Italy.