Nel  pomeriggio dello scorso 31 gennaio 2018, l'assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna, Pier Luigi Caria, ha firmato il decreto, che sarà inviato a Roma all’Agea, che individua le ulteriori superfici sulle quali sono svolte pratiche locali tradizionali di pascolamento.

“L'aggiornamento di questi dati, una volta riconosciuti da Agea – secondo quanto riporta una nota dell’assessorato - permetterà a molti allevatori di poter inserire nei propri fascicoli aziendali le particelle che il rilevamento aerofotogrammetico aveva invece classificato come bosco e quindi non godibili di finanziamento, superando così le anomalie che hanno determinato il blocco di numerose pratiche Pac”.
 
La firma del decreto è avvenuta tre giorni dopo il rifiuto di Coldiretti Nuoro Ogliastra di incontrare l’assessore Caria su questo tema e alla vigilia della manifestazione di Tula indetta da Coldiretti Nord Sardegna, dove per altro l’organizzazione agricola ha precisato che ci saranno ancora nuove iniziative di protesta sulla lunga lista di vertenze aperte dell'agricoltura sarda.
 

Il decreto Caria sul Refresh dei dati Agea

I dati per poter predisporre il decreto di aggiornamento dell’assessore Caria erano stati trasmessi alla Regione Sardegna circa quindici giorni fa da Agea per il completamento e le integrazioni di competenza assessoriale. Nelle superfici oggetto del decreto e su quelle già comunicate con i decreti degli scorsi anni (18 marzo 2015, 28 maggio 2015 e 28 ottobre 2016) la copertura di erba e altre specie erbacee da foraggio non è prevalente, ma sulle stesse insistono essenze della macchia mediterranea con erbacee tradizionalmente pascolate che, unitamente all’erba e alle piante da foraggio, coprono oltre il 50% della superficie. Questi suoli potranno avere pertanto, secondo le norme vigenti in materia e le indicazioni proposte dall’assessorato, una percentuale di ammissibilità e quindi di riconoscimento all’eleggibilità dei premi pari al 50%.
 
L'assessore Caria, in una nota ufficiale, ha detto: "Si tratta di un traguardo molto atteso dall’intero comparto zootecnico isolano. L'invio di questi dati determinerà lo sblocco delle pratiche con superfici in anomalia riguardanti la Domanda unica e le altre misure del Programma di sviluppo rurale”.
 

E ha aggiunto: “Le nuove particelle saranno caricate da Agea nel sistema informatico che gestisce le superfici rientranti nei suoli agricoli che percepiscono aiuti comunitari. I nostri uffici, così come annunciato a tutti i portatori di interesse e alle associazioni di categoria durante il tavolo verde tenuto lo scorso 23 gennaio in assessorato, hanno lavorato questa settimana per risolvere positivamente tali criticità".
"Permettere ai pastori sardi
– ha concluso Caria – di poter allevare i propri animali secondo la tradizione e valorizzando i pascoli tipici della Sardegna, ricchi di essenze arbustive e arboree della macchia mediterranea, ha garantito il sostentamento di centinaia di migliaia di animali colpiti dalla forte riduzione delle foraggere seguita alla siccità”.
 
Il provvedimento andrà ad impattare sulla Domanda unica e sulle misure del Programma di sviluppo rurale Sardegna 2014-2020 relative al benessere animale, all’indennità compensativa per le zone svantaggiate e montane, e su alcune sottomisure agro-climatiche ambientali.
 

Coldiretti: "Burocrazia troppo lenta, manca politica autorevole"

Intanto si allarga al Nord Sardegna la protesta del mondo agricolo. Dopo il sit-in di venerdì scorso degli allevatori e agricoltori del nuorese a Cagliari davanti all’assessorato all’Agricoltura, il 2 febbraio 2018 è stata la volta dei colleghi del sassarese e Gallura che hanno sfilato con i trattori a Tula. Dove oltre cinquecento pastori, allevatori e agricoltori, provenienti da tutto il territorio del Nord Sardegna, si sono riuniti in assemblea nell’auditorium comunale dove si è fatto il punto sullo stato di crisi dell’agricoltura.
 
“L’elenco delle vertenze è lungo e non riesce a varcare i portoni dell’assessorato all’agricoltura – è il pensiero della Coldiretti Nord Sardegna espresso dal direttore Ermanno Mazzetti - Da una parte abbiamo a che fare con le calamità naturali, e lo scorso anno non ce ne siamo fatti mancare neppure una (grandinate, gelate, nevicate, siccità) che stanno creando danni ingenti, aumentando i costi di gestione delle aziende e dimezzando le produzioni, dall’altra la cieca burocrazia sempre più incomprensibile che viaggia su un piano e ad una velocità diversi rispetto a quello che vivono e percorrono le aziende. E come se non bastasse abbiamo anche delle filiere distorte in cui non c’è un equilibrio tra i diversi attori. Ma c’è sempre chi specula e chi invece si accolla le crisi”.
 
“All’interno di questo quadro – ha spiegato il presidente di Coldiretti Nord Sardegna, Battista Cualbu manca la voce di una politica autorevole che sappia fare sintesi e dare risposte ad un comparto ormai schiacciato dalla crisi. Per questo confermiamo la mobilitazione. A giorni la protesta si sposterà anche sugli altri territori”.