"Le scorte di Pecorino romano prodotto nell'annata 2015-16 pare siano state vendute, la produzione di latte è crollata a causa della nevicata straordinaria di gennaio prima e per la siccità e la calura adesso" si legge in un comunicato stampa dell'organizzazione agricola sarda, dove si sottolinea che "tutto tace, nessuno dice nulla. Non un parola che avrebbe rassicurato e dato fiducia al mercato, aiutando a rialzare il prezzo del formaggio, la cui produzione è diminuita del 24%, e soprattutto nessun aumento del prezzo del latte inchiodato a 50 e in qualche caso 60 centesimi al litro".
La Coldiretti Sardegna chiede pertanto che siano pubblicati i dati ufficiali sulla produzione di latte ovino sardo e di Pecorino romano e lo stanziamento da parte della Regione autonoma della Sardegna di 40 milioni di euro in favore delle aziende ovine colpite prima dalla crisi e poi dalla siccità, da assegnare con il criterio del de minimis.
Secondo i dati, di cui la Coldiretti regionale è venuta in possesso, da novembre 2016 ad aprile 2017 la produzione di Pecorino romano sarebbe diminuita di circa il 24%.
"Non abbiamo dati sulla produzione di Pecorino romano nei mesi successivi, ma sicuramente a causa della grave siccità che ha reso da tempo i pascoli radi, almeno nell'ultimo mese sono crollate le produzioni di latte e di conseguenza del Pecorino" avverte l'organizzazione agricola.
Sempre secondo quanto riferisce la Coldiretti Sardegna, il Pecorino romano dell'annata 2015-16 è stato pressoché venduto, dunque non ci sono giacenze di magazzino rilevanti, tali da saturare il mercato, viste anche le basse produzioni di quest'anno.
"Per la prossima annata produttiva si prevede un ulteriore crollo nella produzione di latte e di Pecorino. A causa della grave crisi di quest'anno, con il latte pagato a 50 centesimi, i pastori sono stati costretti a tagliare le spese sull'acquisto del mangime" spiega la Coldiretti Sardegna.
"Inoltre, con l'attuale siccità non ci sono pascoli e neppure foraggio che mancherà anche durante tutta l'estate e l'autunno. Le pecore per la prossima annata sono meno preparate, dunque i parti potrebbero essere ridotti ed in ritardo e ci potrebbe essere meno produzione di latte".
Secondo la Coldiretti regionale "è intollerabile lasciare i pastori all'oscuro dell'andamento delle produzioni e far solo ricadere su di loro i costi della crisi. Non può essere solo una limitata parte della filiera il detentore esclusivo dei dati e dell'andamento del mercato. La regione in questo ha un ruolo fondamentale e non può continuare a restare indifferente, pertanto chiediamo la pubblicazione dei dati produttivi e lo stanziamento immediato di 40 milioni di euro da destinare a chi ha pagato la crisi con gravi perdite".