La prima conseguenza è la contemporanea riduzione in uguale proporzione di tutti i diritti all'aiuto diretto, cosa che riguarda sia gli agricoltori, sia gli allevatori.
A beneficiare dell'aumento degli aiuti accoppiati saranno invece i soli allevatori di bovini da latte. Il decreto del Mipaaf, infatti, innalza al 18,78% (in precedenza era il 17,50%) il finanziamento del sostegno accoppiato assegnato ai premi per le vacche da latte.
I vincoli per il latte
Sostanzialmente immutati i criteri per accedere al premio, che sono riservati a:
- vacche che partoriscono nell'anno e i cui vitelli sono identificati e registrati nell'anagrafe nazionale;
- al detentore della vacca al momento del parto;
- ai produttori di latte i cui capi appartengano ad allevamenti che abbiano un tenore in cellule somatiche inferiore a 300mila per millilitro (ml) e una carica batterica inferiore a 40mila per millilitro (alla temperatura di 30 gradi).
- In alternativa a uno dei due parametri si può considerare il tenore proteico del latte, che deve essere superiore a 3,35 grammi per 100 ml.
Se i parametri “in regola” sono solo due fra quelli citati, il terzo dovrà comunque prevedere per le cellule somatiche il limite massimo di 400mila per ml, il limite di 100mila per ml per la carica batterica e un contenuto di proteine superiore a 3,20 grammi per 100 ml.
Per le aziende ubicate in montagna l'accesso ai premi accoppiati è semplificato e le caratteristiche del latte potranno rispettare anche uno solo dei limiti minimi di qualità.
Analoghe agevolazioni - e questa è una novità – sono riservate alle stalle il cui latte è destinato alle produzioni Dop o che rientrano nei circuiti di produzioni certificate
I calcoli
L'entità del premio è determinata annualmente dal rapporto tra l'importo destinato al finanziamento e il numero delle vacche ammesse a beneficiarne.
Aumenta la quota riservata ai premi aggiuntivi destinati alle vacche degli allevamenti montani che dal 2,30% passa ora al 2,44%.
Per contro si riduce la quota di finanziamento al sostegno accoppiato destinata alle bufale di età superiore ai 30 mesi. In questo caso si scende dallo 0,96% all'attuale 0,88%.
Vacche nutrici
Per le vacche che accedono ai premi per il settore latte è ovviamente esclusa la possibilità di accesso ai premi per il settore carne, per il quale si prevede una riduzione del finanziamento al sostegno accoppiato per le vacche nutrici.
Dal 9,50% previsto in precedenza, si scende all' 8,18%, mentre si registra un'importante novità delle caratteristiche da soddisfare per accedere ai benefici previsti. In precedenza solo le vacche nutrici iscritte nei Libri genealogici o nel registro anagrafico delle razze da carne potevano accedere ai premi.
Ora anche alle vacche nutrici che non rientrano in questa categoria, e che dunque non sono iscritte a libri o registri anagrafici, è comunque riservata una quota dell'1,75% dei finanziamenti per i premi accoppiati.
Razze italiane
Un caso a parte è rappresentato dai bovini delle razze Chianina, Marchigiana, Maremmana, Romagnola, Podolica e Piemontese. A questi capi, purché iscritti ai Libri genealogici, è assegnata una quota pari allo 0,52% del finanziamento destinato al sostegno accoppiato. Altra condizione indispensabile è la partecipazione ai piani di risanamento contro la Rinotracheite infettiva dei bovini (Ibr).
Premio alla macellazione
In leggero calo i premi destinati ai bovini macellati in età compresa fra i 12 e i 24 mesi. Dal 15,60% previsto in passato, si scende all'attuale 15,18%.
Resta in vigore la regola che i capi richiedenti il premio siano allevati dal richiedente per un periodo non inferiore a 12 mesi prima della macellazione.
Il vincolo dei 12 mesi si dimezza qualora la carne di questi capi sia destinata a produzioni certificate o a sistemi di etichettatura facoltativi.