La sovrapproduzione di latte ovino in Sardegna, annunciata dai trasformatori per l'annata scorsa (430 milioni di litri), si è rivelata un bluff clamoroso che è costato circa 100 milioni di euro al comparto agropastorale.

Un problema di comunicazione di stime che si sono poi rivelate inattendibili e che ha probabilmente favorito il calo del prezzo del pecorino, per la tendenza dei mercati a scontare in anticipo gli effetti dell'aumento dell'offerta che, invece, non vi sarà poichè la produzione lattiera effettiva si è tenuta ben al di sotto delle previsioni dei trasformatori attestandosi a poco più di 286 milioni di litri.
E' quanto emerso ieri pomeriggio, 27 ottobre 2016, a Cagliari durante la tavola rotonda promossa da Coldiretti Sardegna nell'auditorium della Banca Intesa San Paolo, a cui hanno partecipato oltre 200 pastori provenienti da tutta la Regione. 

All'incontro hanno preso parte l'ex magistrato e ora presidente dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare Gian Carlo Caselli, il professore Giuseppe Pulina, il presidente ed il direttore di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e Luca Saba.
 
L'ex magistrato ha ascoltato con attenzione gli interventi del direttore e del presidente di Coldiretti Sardegna, che hanno evidenziato e smascherato il bluff delle sovrapproduzioni di latte, costruito da circa un anno dai trasformatori, per poi affermare: "I dati sono fondamentali anche nello sforzo di difendere la legalità sull'agroalimentare. Devono essere precisi e corretti. Dai dati dipende una corretta informazione. Infatti informazione e trasparenza sono un binomio inscindibile".

"Sul caso concreto
- ha poi aggiunto l'ex magistrato - premesso che per me è impossibile prendere una posizione con cognizione di causa, posso dire che la cautela e il realismo sono profili che non stonano con l'informazione corretta. Non altrettanto il catastrofismo, in quanto si corre il rischio di evocare e favorire la catastrofe".

Ad aprire la tavola rotonda è stato il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba: "I litri di latte prodotti durante l'annata appena conclusa sono stati 286.611.739 (Fonte: Organismo di controllo Ineq) e non 430 milioni come annunciato dai trasformatori".
E i dati forniti dal direttore di Coldiretti Sardegna riguardano, oltre al Pecorino romano Dop, anche Fiore Sardo Dop e il latte trasformato dai caseifici non Dop.

"A marzo, in piena campagna latte, Confindustria, Legacoop e Consorzio di tutela del Pecorino romano - ha proseguito Luca Saba - avevano messo nero su bianco questa loro nefasta previsione in una lettera indirizzata al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, in cui prevedevano una produzione di 430 milioni di litri di latte".

Coldiretti ha diffuso alla stampa il documento e Saba ha sottolinetoa: "Una previsione avventata e pericolosa, non suffragata da dati ufficiali, in cui si minacciava anche la chiusura anticipata dei caseifici, che ha ovviamente condizionato il mercato e influito pesantemente nel calo di oltre tre euro del prezzo del Pecorino romano (dagli oltre 9,50 euro al chilo ai primi dell'anno è passato ai 6,50 di oggi).
Calo che è costato al comparto circa 100 milioni di euro, ovvero il prodotto tra i tre euro di calo di prezzo e gli oltre 300 quintali di Romano ottenuto nell'ultima stagione". 

Coldiretti Sardegna aveva sempre, in quegli stessi mesi, invitato tutti alla prudenza e sottolineato che non si potevano fare previsioni basate su un'analisi parziale e prima della primavera, periodo che da sempre determina (in negativo o positivo) le produzioni.

"Un conto è dare numero, un altro dare i numeri" ha affermato Giuseppe Pulina. "Tutti i nostri ragionamenti scientifici li basiamo sui dati. Che devono essere giusti e certi altrimenti uno solo errato inficia tutta l'analisi".

Riflessione del docente che segue la stessa linea di quanto già affermò a marzo quando, ai trasformatori che parlavano di sovrapproduzione di latte del 30%, rispose: "le condizioni climatiche e altri fattori imprevedibili, così come hanno favorito la produzione in inverno, potrebbero influenzarla negativamente in primavera, con una chiusura dei conferimenti che si attesterebbe su un più 10-15%, rientrante nella normale fluttuazione fra le annate".

Così è stato, come conferma l'Organismo di controllo Ineq che certifica, anzi, che le produzioni sono inferiori ai 300 milioni indicati dai trasformatori per il 2015-2016.