E' un passo importante verso nuovi criteri di formulazione del prezzo del latte, dopo che l'ultimo accordo in Lombardia è scaduto nel giugno 2014 ed è ancora in attesa di essere rinnovato. Molto più di un nuovo “tavolo” o di una nuova mediazione fra allevatori e industrie del latte. Questa volta si punta a dare attuazione agli indirizzi del “Pacchetto latte” della Commissione europea con l'aggiunta di un rilancio dei progetti di indicizzazione del prezzo. Una svolta che viene dalla recente approvazione in Commissione Agricoltura della Camera della risoluzione a prima firma Nicodemo Oliverio (capogruppo PD in Comagri) che impegna il Governo a mettere mano all'intera filiera del latte. In pratica si afferma che il prezzo del latte non può essere inferiore ai costi di produzione, cosa peraltro già prevista da una norma, la 199 del 2012. Altra norma da rispettare, si evidenzia nella risoluzione della Commissione, riguarda l'articolo 62 sui contratti di cessione dei prodotti agricoli, che stabilisce tempi certi per i pagamenti.

Le proposte
Questi gli elementi più significativi, ai quali si aggiungono altre richieste rivolte al Governo, come l'opportunità di garantire una durata dei contratti non inferiore ai 12 mesi (i precedenti accordi si fermavano a sei mesi), il riordino delle relazioni commerciali nella filiera del latte, una semplificazione delle procedure burocratiche. E poi una serie di attività legate alla promozione del consumo di latte, alla sua rintracciabilità, all'indicazione obbligatoria in etichetta della provenienza, e via di questo passo. Alcune di queste “raccomandazioni” sono già in fase di attuazione, ma il tutto rientra nell'ottica di un'azione di sostegno che la Commissione agricoltura della Camera ha voluto rivolgere alle attività di Governo.

Purché si parta
Certo, siamo ancora nella fase delle “buone intenzioni”, che per giunta arrivano in ritardo, dopo la chiusura del regime delle quote latte, avvenuta il 31 marzo. Già da tempo le iniziative previste dal “Pacchetto latte”, al quale la risoluzione della Camera sembra ispirarsi, potevano essere operative. Invece si dovrà attendere ancora. La risoluzione della Camera impegna sì il Governo a dare una risposta ai quesiti sollevati, ma il percorso, c'è da scommetterci, non sarà né facile, né celere. Consoliamoci prendendo atto che la materia, finalmente, è all'esame del Governo.