L’obiettivo è ambizioso ma possibile: esportare il 50% delle eccellenze agroalimentari italiane a marchio Dop, tanto ambite da essere oggetto di contraffazione. Oriente e Cina in particolare sono i mercati da conquistare ma occorrono investimenti. Per questo Banca Monte dei Paschi ha lanciato un plafond di 60milioni di euro e misure ad hoc per le aziende del Parmigiano e del Grana Padano. E’, in sostanza, quanto emerso dal confronto tra esperti del settore riuniti ieri a Mantova in occasione del 1° Forum Dop Parmigiano Reggiano e Grana Padano organizzato da Banca Monte dei Paschi insieme ai Consorzi di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano. Tra loro c’erano anche il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina e l’amministratore delegato di Banca monte dei Paschi Fabrizio Viola

Dopo l’introduzione del responsabile Area territoriale Lombardia sud ed Emilia Romagna di Banca Mps Elfo Bartalucci e del vicepresidente di ConfCooperative Maurizio Ottolini i lavori sono si sono articolati in due tavole rotonde. Alla prima – dedicata all’obiettivo quota 50% per l’export dei prodotti Dop – insieme al ministro Martina e all’Ad Viola hanno partecipato l’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava, il responsabile del servizio percorsi di qualità della Regione Emilia Romagna Roberta Chiarini, i presidenti del Consorzio del Grana Padano Nicola Cesare Baldrighi e del Parmigiano Giuseppe Alai e il presidente della Camera di commercio di Mantova. Alla seconda – sull’internazionalizzazione delle eccellenze italiane – sono intervenuti il responsabile della direzione Corporate e investment banking di Banca Mps Sergio Vicinanza, il responsabile area estero di Banca Mps Fabrizio Schintu, Paolo Colombo dello studio legale Nctm, il presidente del Consorzio latterie Virgilio Paolo Carra, l’ad del Consorzio Granterre Giuliano Carletti e Marco Dolci, dg dei Magazzini Generali Fiduciari di Mantova.

Inoltre è stato presentato uno studio condotto dal Servizio research di Banca Mps che ha evidenziato il valore dei due formaggi italiani più noti al mondo e le caratteristiche del loro mercato dove Parmigiano e Grana sono leader nel segmento Dop nell’export.
Secondo la ricerca i formaggi rappresentano una punta di diamante dell’economia italiana e hanno generato un saldo attivo della bilancia commerciale di circa 400 milioni di euro nel 2012 e di 245 milioni nel 2013. Questo segmento è l’unico a mostrare un saldo commerciale attivo nell’intero settore lattiero-caseario che complessivamente rimarrà in deficit di quasi 2 miliardi di euro nel 2014 (dato Cerved/Centrale Bilanci), se le previsioni verranno rispettate. Le stime di Oecd e Fao per il mercato dei formaggi mondiali indicano una crescita per gli anni a venire. Le quantità prodotte e consumate dovrebbero superare le 23 milioni di tonnellate nel 2022 e una crescita media annua dell’1,3% per i prossimi dieci anni, con l’Unione europea attualmente leader con oltre 8 milioni di  tonnellate.

In questo confortante quadro di crescita generale del formaggio, il segmento Dop italiano si è affermato nei mercati mondiali proseguendo nel trend positivo in atto dal 2002 con un aumento medio annuo delle esportazioni del 6,7% durante gli ultimi dieci anni: i consorzi di tutela di Parmigiano e Grana hanno indicato le quantità esportate pari al massimo storico, il 33% della produzione totale a fine 2013. L’indice Mps-Pg, elaborato dal servizio Research di Banca Mps per monitorare Parmigiano e Grana, rileva una flessione del 16% dei prezzi all’ingrosso dal 2012 e, al contempo, un aumento di quelli al dettaglio.
La crescita delle esportazioni ha parzialmente compensato la crisi del mercato di consumo nazionale che ha visto i prodotti di qualità e di prezzo più elevato soffrire molto dal 2011 al 2013: i consumi di Grana e Parmigiano sono calati rispettivamente del 2 e 3 per cento nel 2013 rispetto al 2012 e del 4 e 7 per cento nel 2012 rispetto al 2011 anche a causa della concorrenza dei formaggi non Dop a pasta dura nazionali e di importazione che sono aumentati a doppia cifra nello stesso periodo. A conferma di ciò sta l’affermazione dei supermercati discount, unico segmento distributivo a crescere in un mercato interno in calo generalizzato.

Con 264 prodotti alimentari Dop e Igt registrati, l’Italia è attiva in Europa nell’alta qualità con il 22% delle registrazioni complessive: il settore nel 2013 ha generato un fatturato al consumo di 12,6 miliardi di euro di cui il 36% è stato esportato. Anche nel settore dei formaggi Dop l’Italia conferma il suo primato nel mondo precedendo la Francia nei quantitativi prodotti malgrado un minor numero di marchi Dop rispetto ai transalpini, segnale di una decisa convinzione strategica nel settore. Con queste premesse la “quota 50” per l’export, auspicata dal ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, può essere raggiunta in un futuro non lontano, sia per il valore delle esportazioni dell’intero comparto agroalimentare, attualmente intorno a 32 miliardi di euro, che per le esportazioni del Dop italiano che sono oggi pari ad oltre il 30% della produzione totale.