Meno di due settimane e Bardolino (Verona) diventerà la capitale mondiale del latte, teatro del quarto Dairy Forum di Clal, di cui Fieragricola di Verona, manifestazione internazionale dedicata al settore primario, è partner.

Il programma, consultabile sul sito www.clal.it (dal quale sarà possibile assistere alla diretta in streaming), porta il mondo lattiero caseario al centro del dibattito. Dalla Cina – paese che ha messo il turbo nell’import di latte e polveri – all’India, primo produttore di latte a livello internazionale.
Il Paese del Dragone è già entrato nel mirino dei produttori europei. È emblematico il caso Arla: la maxi cooperativa che associa oltre 12.500 produttori di latte in Danimarca, Svezia, Germania, Gran Bretagna, Belgio e Lussemburgo, ha costituito proprio a Pechino un laboratorio di tecnologia applicata, con la funzione di esplorare il mercato e soprattutto i gusti dei cinesi in tema di latticini. Chissà se anche in Italia qualcuno ci ha pensato.
Per ora, possiamo anticipare che più di una missione è stata portata a termine dal nostro Paese all’ex Celeste impero, con l’obiettivo di avviare o intensificare l’export lattiero caseario.

Ma è tutto il Continente asiatico a vivere una fase di effervescenza in termini di consumi e importazioni. Il Vietnam – fa notare Clal – registra un certo dinamismo nel comparto lattiero caseario. Tanto che la principale aziende di prodotti lattiero caseari, la Vinamilk, punta a scalare il ranking dei big player a livello mondiale ed inserirsi nell’olimpo dei “top-50” in termini di produzioni.
Lo scenario economico di mercato al momento sembra essere meno favorevole per i produttori. Le quotazioni del latte sono in fase decrescente, proiettate verso i valori del 2008. Le quotazioni della piazza di Lodi del latte spot Made in Italy dello scorso 12 maggio hanno toccato i 35,75 euro per 100 chili, il 4,67% in meno rispetto alla quotazione precedente e addirittura il 13,86% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Il latte pastorizzato spot, proveniente dall’estero, ha subito una frenata ancora maggiore, stando alla piazza di Verona del 12 maggio scorso. Tanto che, a fronte di un listino pari a 31,50 euro per 100 chili, la flessione rilevata si avvicina al 6% sulla rilevazione precedente e del 23,17% in meno su base tendenziale.
Sono tutti elementi sui quali non soltanto verrà focalizzata l’attenzione del Forum mondiale di Bardolino, ma che vedrà una forte attenzione dei player del comparto (soprattutto gli industriali, aggiungiamo noi) verso lo strumento dei futures. Un’opportunità, a quanto pare, in grado di contenere la volatilità e cercare di appiattire – per quanto possibile – le oscillazioni verso l’alto e verso il basso del sistema.
Il tema sarà approfondito da uno specialista indiscusso: Charles Piszczor, direttore dell’area Commodity Research and Product Development del Chicago Mercantile Exchange (Cme), gruppo di riferimento a livello mondiale.

Sul versante comunitario, il Forum di Clal attenderà da Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, indicazioni sull’evoluzione del mercato Ue e gli scenari possibili in questa fase di avvicinamento alla fine del regime delle quote latte.
La presenza di De Castro rivestirà un’importanza assoluta, anche perché si tratterà di uno dei primi appuntamenti post-elezioni europee di uno dei più quotati candidati al ruolo di Commissario agricole dell’Ue.
Quale sarà il futuro del latte? Come si muoveranno gli Stati membri? Ci sarà, come ha annunciato in passato lo stesso De Castro, un “Pacchetto Latte 2”, per compensare le misure varate dal primo Milk Package, che non sembrano aver risolto i problemi del comparto lattiero caseario? Se questo il panorama, chi può difendere il latte italiano e, di rimbalzo, i produttori e l’intera filiera del Made in Italy? Una domanda alla quale potrebbe dare risposte di respiro e di fiducia il direttore generale di Conad, Francesco Pugliese.

Una delle novità legate ai trend internazionali mette al centro del trade il burro. Considerato sinonimo di benessere, esattamente come la carne (si pensi al Dopoguerra in Italia), è estremamente probabile che i segnali già registrati oggi – e dei quali Clal fornisce ad Agronotizie un’anticipazione – trovino conferma anche nei prossimi mesi. Le importazioni di burro registrano mediamente una crescita del 15% nel trimestre gennaio – marzo 2014 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il maggior aumento si annida in Russia e nel Sud Est asiatico. Anche di questo fenomeno si parlerà al Forum di Clal a Bardolino il prossimo 30 maggio.

Programma del 4° Clal Dairy Forum