La produzione complessiva 2013 ad oggi stimata è di circa 4 milioni e 571 mila forme (delle quali 1 milione e 450 vendute all'estero) l’equivalente del 23% di tutto il latte italiano. Quasi 6.000 sono state le stalle interessate dal circuito produttivo di Grana Padano, 130 i caseifici e oltre 300 le imprese di produzione e confezionamento associate. Tutto ciò per un sistema che interessa oltre 40.000 persone, con un fatturato alla produzione di 1,7 miliardi di euro e un fatturato al consumo di circa 3 miliardi di euro, tra Italia ed estero.
"Grazie al Piano produttivo e alle capacità dei nostri operatori - ha ricordato Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio - siamo riusciti a non subire in maniera eccessiva gli effetti della crisi che ha interessato l'Italia e l'intera Europa. Dal 2006 siamo cresciuti del 13%. I nostri produttori capiscono che in alcuni casi è meglio frenare eccessivi desideri espansionistici e mantenere valore sul prodotto e sul sistema. Ecco perché oggi la proposta delle integrazioni al nuovo Piano produttivo è stata accolta praticamente all'unanimità dall’assemblea". "I 'falsi' e i 'similari'- ha concluso Baldrighi - penalizzano pesantemente i consumatori, il made in Italy e le aziende produttrici. Un danno economico che solo per il Grana Padano vale 1 miliardo di euro, 700 milioni all’estero e 300 milioni in Italia".
"Al presidente Maroni - spiega Stefano Berni, direttore generale del Consorzio - abbiamo chiesto che Regione Lombardia solleciti le istituzioni affinché vengano emanate disposizioni che consentano al consumatore di non essere imbrogliato. La nostra è una battaglia storica. Da un lato chiediamo una giusta tutela per chi propone prodotti di alta qualità; dall'altro vogliamo offrire garanzie a chi quotidianamente fa la spesa".
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