Il testo della lettera
Illustre presidente Caldoro, gentilissimo assessore Nugnes,
riteniamo superfluo in questa nostra lettera aperta sottolineare ulteriormente la gravità della situazione che sta investendo l’intero comparto agroalimentare della regione Campania. L’emergenza legata ai fatti inerenti la Terra dei Fuochi è tale da richiedere risposte e azioni immediate.
E invece…
E invece, a fronte di una nostra precisa richiesta su una formalizzazione ufficiale dell’elenco delle aree interessate, datata ormai diverse settimane fa, siamo ancora in attesa di una risposta. Presidente, ci era stato garantito un riscontro nell’arco di 48 ore ma, ad oggi, questa risposta non è ancora arrivata. Riteniamo che Lei, come noi, abbia consapevolezza del danno che la nostra economia sta subendo e il tempo di certo non gioca a nostro favore. Tutto ciò non fa che accrescere lo sgomento dei consumatori e la loro risposta purtroppo giunge rapida e inesorabile, come dimostra il drammatico calo delle vendite dei prodotti campani (non solo del nostro, ma di tutti), compresi quelli a Indicazione Geografica, sottoposti a rigidi controlli, che rappresentano un concreto valore aggiunto, da proteggere con tutti i mezzi a disposizione. Possibile che non si riesca a fornire un elenco delle particelle catastali coinvolte? E’ così difficile andare oltre la palude delle dichiarazioni lacunose e rassicurare, con ogni mezzo possibile, i consumatori sulla sicurezza della stragrande maggioranza della produzione agroalimentare campana in genere e di quella a marchio Dop e Igp in particolare? I produttori si sentono abbandonati a loro stessi e non rappresentati da chi ha il ruolo istituzionale - e si presume anche i mezzi - per reagire e porre un argine al diluvio di informazioni, spesso imprecise e strumentali, che continuano a pioverci addosso. Il sistema delle produzioni Dop e Igp è regolamentato a livello comunitario e prevede rigidissimi controlli sul rispetto del disciplinare di produzione, effettuati da Organismi terzi. I produttori si fanno carico dei costi di controllo e volontariamente, perché convinti della scelta, aderiscono ad un rigido (e oneroso) sistema produttivo.
E intanto…
E intanto i media, almeno alcuni di loro, continuano in un tiro al bersaglio nei confronti di un territorio già difficile e complicato, generando nel consumatore finale la convinzione di presunti rischi anche nei prodotti Dop e Igp campani. Se nel corso di un’importante trasmissione della rete ammiraglia della tv di Stato, il conduttore concede al nostro Assessore all’Agricoltura l’opportunità di spiegare ai telespettatori come distinguere una mozzarella a rischio da una sicura e accenna a bollini e bandierine, noi ci aspettiamo che questo nostro rappresentante istituzionale colga l’occasione e spenda delle parole per illustrare l’importanza del lavoro svolto dai Consorzi di Tutela, sottolinei il numero dei controlli cui sono sottoposti (si ribadisce, effettuati da un Organismo terzo accreditato a livello comunitario), perori la causa nostra e di chi come noi opera quotidianamente per la valorizzazione e la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane. Assessore, può immaginare il nostro sconcerto, e anche l’umana delusione, nel notare la sua volontà di dribblare la domanda, snocciolando frasi di difficile comprensione per chi ascoltava. Non una parola, non un concetto che fossero indirizzati a rassicurare il pubblico, a offrire un quadro positivo e la descrizione di un sistema, quello delle produzioni Dop e Igp, da contrapporre alla valanga di fango che continua a investire il nostro territorio. Un evidente danno che coinvolge, ci duole dirlo, l’intero sistema delle Indicazioni Geografiche, che rappresenta un fiore all’occhiello del made in Italy.
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Fonte: Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala campana Dop