In Italia, possono nascere almeno 15 mila allevamenti bio entro il 2020, incentivati da una domanda sempre crescente dei consumatori, che aumentano in percentuali a doppia cifra di anno in anno.
A dirlo sono state Cia e Anabio (Associazione nazionale agricoltura Biologica), nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “Nutrire il suolo per nutrire il Pianeta” svoltasi oggi 28 ottobre a Roma.
"La zootecnica, praticata in modo sostenibile - riportano Cia e Anabio - contribuisce all’abbattimento dei volumi di anidride carbonica e favorisce la produttività della terra".
A supporto di questa tesi giunge l’ultimo rapporto della Fao, che indica nell’allevamento biologico o biodinamico la possibilità di abbattimento del 30 per cento dell’emissione di gas serra.
"E' nostro dovere promuovere e favorire l’insediamento di nuovi allevamenti e la riconversione di quelli convenzionali - hanno sostenuto Cia e Anabio - arrivando in breve tempo a raddoppiare l’attuale produzione bio nel nostro Paese".
La zootecnia bio oggi in Italia
- Circa 7700 aziende (concentrate principalmente tra Sicilia, Sardegna, Lazio ed Emilia Romagna)
- Circa 200 mila capi bovini, 700 mila ovini, 80 mila caprini, 42 mila suini, 130 mila api, quasi 3 milioni di pollame
- Il prodotto più acquistato solo le uova che da sole coprono oltre l’11 per cento della spesa bio complessiva delle famiglie italiane.
- Nel 2012 l’acquisto degli omogeneizzati bio è cresciuto del 13,7 per cento, il latte del 21 per cento e il miele del 42,9 per cento
- I negozi specializzati in prodotti biologici sono oltre 1200
- La spesa bio per aree geografiche in percentuale: 39,7 Nord Ovest, 32,3 Nord Est, 21,2 Centro e 6,9 Sud
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