Confagricoltura è impegnata nella pianificazione delle attività di formazione sul benessere animale dei propri soci allevatori.
Una prima sessione dei corsi di formazione, rivolti agli avicoltori, è stata organizzata da Confagricoltura ed UnaItalia a Brescia la scorsa settimana, con la collaborazione del ministero della Salute, dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna, dell'Asl e dell’Unione Agricoltori, che hanno assicurato il coinvolgimento dei loro veterinari che si sono succeduti nella due giorni come docenti, affiancati da veterinari professionisti coinvolti da UnaItalia.

Nel corso - sottolinea Confagricoltura - si è avuto modo di illustrare ed approfondire  nei dettagli, non solo le disposizioni previste dalla normativa sul benessere dei broiler, ma soprattutto i risvolti applicativi  ed operativi ad una ampia ed attenta platea. Nella due giorni sono stati oltre 180 gli allevatori partecipanti, provenienti dai principali distretti avicoli lombardi di Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona.
Un primo test il corso di Brescia, ma la formazione degli avicoltori andrà avanti con Confagricoltura e Unaitalia che riproporranno il calendario di incontri già dalle prossime settimane su tutto il territorio nazionale, partendo dai distretti produttivi più importanti.
E un segnale importante - commenta Confagricoltura - quello riservato in prima battuta al settore avicolo nazionale dell’allevamento e della filiera del  pollo da carne. Un settore strutturalmente strategico per la nostra zootecnia, ma che soffre pesantemente  della concorrenza sempre più agguerrita non solo del resto del mondo, ma anche di Paesi comunitari a noi vicini.

Occorrono quindi regole chiare e precise che tutelino le imprese nazionali fermo restando che l'82% del comparto avicolo è concentrato in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Ma servono anche interventi per permettere di elevare la qualità e a questo riguardo Gianni Comati, presidente della Sezione economica della Confagricoltura della Lombardia e vicepresidente nazionale, è nuovamente intervenuto sull’esigenza che il settore avicolo possa rientrare tra quelli che beneficiano dei finanziamenti sul secondo pilastro e quindi di far rientrare le attività avicole tra quelle che possono beneficiare dei fondi dei Psr.