Nelle stalle italiane (solo in alcune, per fortuna) si attendono gli esattori di Agea ed Equitalia per riscuotere le multe da parte di chi ha prodotto più latte del dovuto. Una visita sgradita ma prevista dalla “legge di stabilità” dello scorso anno, che ha rimesso in moto il meccanismo di riscossione delle multe.
In ballo ci sono circa 700 milioni di euro, tante sono le multe divenute esigibili a fronte di un contenzioso complessivo di 4 miliardi di euro. E per qualche allevamento il conto potrebbe essere davvero molto salato, persino insostenibile.
Tanto che si ripensa a nuove possibilità di accesso a formule di rateizzazione per evitare che gli allevamenti siano soffocati dalle multe.
Le quote in Tribunale
Intanto, stanno venendo a conclusione le molte vicende di illeciti attuati nel tentativo di aggirare il regime delle quote. Sono ormai storia le inchieste svolte da molte Procure italiane sulla corretta applicazione del regime delle quote latte.
Inchieste che talvolta si sono concluse con sentenze di colpevolezza per alcuni allevatori e, in particolare, nei confronti di alcune cooperative che avevano escogitato sistemi per eludere le quote.
Ricordiamo che il Tribunale di Saluzzo nel 2009 condannò ben 55 imputati per truffa ai danni dello Stato e della Comunità europea.
Ora nel mirino degli inquirenti è finita un'altra cooperativa, La Lombarda. L'inchiesta su questa cooperativa, al centro di un crack da 80 milioni di euro, era già partita da tempo. Ma ora l'inchiesta è giunta ad una svolta inaspettata con la perquisizione eseguita dalla Guardia di Finanza, su ordine del pm Maurizio Ascione, nella notte tra il 15 e il 16 gennaio, nelle sedi della Lega a Milano e a Torino.
Le repliche
”La Lega non c’entra, l’inchiesta riguarda una società che non c’entra niente con la Lega”, ha detto il Segretario Roberto Maroni respingendo ogni coinvolgimento del partito nella vicenda.
Dunque l'episodio si potrebbe considerare concluso. Ma per Mauro Carra, deputato del PD e candidato in Lombardia “Maroni corre troppo, il caso è tutt’altro che chiuso.” A fianco di Maroni si è invece schierato il segretario della Lega Nord in Lombardia, Matteo Salvini che ha stigmatizzato la coincidenza fra la svolta delle indagini e l’avvio della campagna elettorale. “La Lega - ha poi affermato Salvini - da sempre difende allevatori e agricoltori, e da sempre combatte la truffa europea e italiana delle quote latte. Adesso guarda caso - ha proseguito – parte un’altra indagine proprio su una vicenda che riguarda le quote latte…”
Dura la presa di posizione che arriva dal Veneto per voce di Gianni Dal Moro, deputato del PD e candidato alla Camera nelle prossime elezioni. “Le perquisizioni nelle sedi della Lega a Milano e a Torino - ha dichiarato Dal Moro - sono la continuazione politica di quel filo verde che da anni intreccia la Lega Nord e i cosiddetti splafonatori.” E concludendo si è rivolto agli allevatori “onesti e in regola con la legge” ai quali ha promesso “che quando il PD sarà al governo del paese, su questo malcostume sarà posta la parola fine, definitivamente.”
Forse una delle tante promesse elettorali. In quasi 30 anni la parola fine sulle quote latte nessuno è mai riuscito a metterla, non importa quale fosse il suo credo politico. In compenso si avvicina il 2015, anno nel quale il regime delle quote cesserà di esistere.