Oltre 40mila presenze. Questi sono i numeri di chiusura della 84ma edizione della Fazi, la Fiera agricola zootecnica italiana di Montichiari. "Confermiamo così le aspettative di pubblico, ma soprattutto di operatori qualificati, provenienti da tutto il Nord e il Centro Italia – commenta il direttore del Centro Fiera del Garda, Ezio Zorzi – Per il polo fieristico di Montichiari è la conferma della centralità dell'agricoltura nell'economia non soltanto bresciana, ma del Paese".

La direttrice dell'Associazione nazionale allevatori di cavallo di razza Maremmana, Paola Tonelli, è soddisfatta e conferma la presenza per il 2013. "La manifestazione è andata molto bene e ci ha permesso di fare il punto con gli allevatori del Nord Italia - spiega la direttrice di una realtà che vede iscritti a Libro genealogico oltre 4mila cavalli e che ha sede a Grosseto – il prossimo anno saremo di nuovo qui, visto l'interesse del pubblico".

Nell'attesa di festeggiare quota '85', con la presenza di un ring internazionale per l'alternanza dello European dairy show (negli anni pari a Veronafiere), la Fazi celebra la leadership nel settore lattiero con il Winter Show e un filotto di premi raccolti dalla società agricola di Alberto, Giovanni e Mario Chiappini di Ghedi, per le bovine portate in mostra.
"Il settore è reduce da un'annata positiva – analizza Zorzi – e continua ad investire, con la consapevolezza che agricoltura e zootecnia rappresentano una strada importante per la crescita dell'intero Paese. L'aria che si respira, nonostante alcune incertezze legate all'Imu e ai costi di produzione in salita, è comunque positiva".

 

'Bonnyfarm Marta' è la campionessa

Tredici allevatori e 75 capi in gara. E la regina del Winter Show dell'84ma Fiera agricola zootecnica italiana è 'Bonnyfarm Marta' dell'allevamento di Alberto, Giovanni e Mario Chiappini. Per i produttori di Ghedi la Fazi targata 2012 è un successo, che porta altri riconoscimenti importanti: la palma di 'Primo allevatore' e di 'Primo espositore', ma anche il titolo di 'Miglior mammella vacche giovani', con la bovina 'Bonnyfarm Shottle Vera Et'. Un Winter Show decisamente partecipato e con una cornice di pubblico costituito da famiglie cn bambini, ma anche da allevatori e addetti ai lavori, non soltanto della provincia di Brescia. Altri premi. Per il giudice di gara Marco Ladina, 'Campionessa riserva vacche' della mostra è 'Zani Bolton Viola Et', animale che conquista anche il titolo di 'Miglior mammella vacche adulte'. La bovina è di proprietà della società Agricola Zani, sempre di Ghedi. 'Menzione d'onore vacche' alla società Bertolini Giovanni e C. di Verolavecchia, per l'animale 'M.E. Dal Allen Chenal'.

Nella classifica degli allevatori, alle spalle di Alberto, Giovanni e Mario Chiappini si sono posizionati Mauro e Massimo Salvoni di Chiari e l'azienda agricola Volpere di Stefano Cioli (terzo e quarto posto, rispettivamente, con le sedi di Remedello e Bedizzole).

La classifica espositori, che incorona l'allevamento Chiappini, vede al secondo posto Bertolini Giovanni e C., l'azienda agricola Volpere di Remedello, Salvoni di Chiari.

 

Suinicoltura, l'Anas punta sulla qualità

La suinicoltura italiana fa i conti con la competitività. Sul piatto della bilancia, da un lato prezzi di listino in ripresa - con una media per i suini grassi di1,413 euro al chilogrammo (dato 2011, fonte: Cun di Mantova), il15,6% in più rispetto all'anno precedente – dall'altro una distribuzione del valore aggiunto che all'allevatore assegna meno del16% del totale, mentre la trasformazione trattiene il 23% e la grande distribuzione oltre il 50 per cento. Va peggio solamente ai macellatori, che recuperano il 10% del valore aggiunto della filiera, come illustra il presidente di Anas, Andrea Cristini.
Quali carte giocare, per migliorare? Se ne è discusso nel corso del convegno organizzato dall'Associazione provinciale di Brescia, dall'Anas e dall'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, che ha visto partecipare un folto numero di produttori. Senza dubbio il ruolo della biosicurezza si rivela determinante. Ma anche l'eradicazione di alcune patologie, come l'Aujewsky nel Nord Italia, la vescicolare in Campania e Calabria e la peste suina in Sardegna aprirebbero uno scenario migliore per ampliare le possibilità di export.

Benessere e salubrità dell'allevamento rappresentano requisiti di business. "La biosicurezza è uno strumento di prevenzione alla diffusione di malattie che penalizzano un comparto che nel bresciano vale 400 milioni di euro nel segmento latte e 230 in quello suino", dichiara Silvestro Abrami dell'Asl di Brescia. "Nel 2009 – prosegue Abrami – abbiamo controllato 674 allevamenti e solamente in 8 abbiamo riscontrato non conformità. Molta attenzione va riservata alle fasi di trasporto, partendo da un controllo reale dei mezzi che accedono in azienda". Per rimanere sul mercato, comunque, la strategia che l'Associazione nazionale allevatori di suini raccomanda ai propri iscritti di seguire è quella della valorizzazione qualitativa delle produzioni, che l'Anas cerca di agevolare anche attraverso un programma specifico di genetica (ribattezzato Gen.I). "Sarà determinante differenziarsidice il direttore di Anas, Maurizio Gallo -. Anche perché i costi di produzione complessivi per 100 chili di carcassa (fonte: Interpig) sono di 179 euro per l'Italia, 140 per la Francia, 111 per il Canada e 102 per il Brasile. Potremo anche ottimizzare la gestione, ma la strada dei costi non ci potrà mai vedere sullo stesso piano di chi alleva suini spendendo il 70 per cento in meno rispetto a noi". La logica che gli allevatori italiani dovranno adottare sarà quella di perfezionare le fasi di produzione, aumentando le idoneità al macello e nei prosciuttifici, migliorando il numero di suinetti svezzati e riducendo gli scarti di produzione.
Attenzione anche al fenomeno Cina. "Nel 2020, il 47% della produzione mondiale di suini sarà cinese – rivela Gallo -. L'Unione europea coprirà il 20%, gli Stati Uniti il 10%, la Russia appena il 3 per cento".