Freddo ancora non pervenuto, se non con effimeri spifferi nordatlantici. Se alle alte latitudini sembra procedere tutto come da copione, con una copertura nevosa al suolo in aumento, su quelle più centro meridionali non si vede una reale svolta, situazione confermata anche dal Centro di Previsione Europeo. La stagione del freddo e della neve appare perciò molto lontana e anche i prossimi mesi potrebbero mostrarsi molto miti per l'Italia.
Analisi e tendenza
Da quello che emerge nella tendenza a lungo termine prevista delle cosiddette previsioni stagionali del Centro Meteo Ecmwf (Europeo con sede a Bologna) non emergono notizie confortanti per gli amanti del freddo: sono confermate dal punto di vista climatico anomalie di temperatura positive e viceversa negative sul piano delle precipitazioni.
I valori termici dovrebbero difatti attestarsi per il peridio in esame oltre le medie con delta positivi fino a +2°C su tutta l'Europa: dalla penisola iberica alla Russia, passando dalla penisola scandinava. La causa è confinata nella mancanza del freddo proprio sulle aree artiche, ove dovrebbero attivarsi quei moti in grado di portare le classiche colate gelide alle latitudini più meridionali del continente europeo, e quindi fin sull'Italia.
L'accelerazione in questi ultimi anni del riscaldamento globale ha avuto gli effetti più evidenti proprio sul continente europeo perché, a differenza di Asia e America, vi è da una parte - ovvero sui quadranti nordoccidentali - una vasta porzione di oceano che addolcisce l'azione artica, mentre dall'altra vi è una maggiore influenza dell'anticiclone africano, sempre più presente nelle sorti mediterranee.
Come accennato nell'approfondimento sulle tendenze stagionali, quest'anno avremo anche l'influenza di un altro particolare fenomeno, ovvero El Niño. L'anomalo riscaldamento delle acque superficiali dell'Oceano Pacifico centrale si riflette difatti su scala globale su tutto il clima del nostro Pianeta, con diversi riflessi su Europa e Italia, nonostante questo evento abbia origine su luoghi molto lontani da noi. Le attuali analisi registrano oltretutto anomalie estese ed importanti che caratterizzano l'Oceano Pacifico tropicale a quello equatoriale, con valori nell'ordine dei 3°C rispetto alle medie, un surplus termico marino consistente in ulteriore intensificazione nel corso dei prossimi mesi.
Proiezione del mese di novembre in Italia
Secondo la statistica, in presenza del fenomeno del El Niño gli effetti sull'Europa, e quindi anche sul Mediterraneo, si traducono con anomalie positive sui valori termici anche tra 1 grado e 1,5 gradi già nel mese di novembre, che potrebbe andarsi a sommare con il clima già eccezionalmente caldo di questi ultimi mesi.
Non saranno comunque escluse brevi parentesi più fredde e soprattutto perturbate, ma in un contesto spesso dominato dalla stabilità e dal clima molto mite.
Focus Italia settentrionale
Il mese di novembre al Nord aprirà sotto gli effetti di miti correnti meridionali, quindi molto umide, con cieli lattiginosi e locali piovaschi. Prevarrebbero le schiarite entro la fine della prima decade, ma con nebbie sulle aree pianeggianti. Alcune interferenze non mancheranno nella fase centrale del mese grazie a contributi sudoccidentali, ma in un contesto variabile ove non mancheranno lunghi momenti stabili.
Un cambiamento più consistente orientato alla dinamicità atmosferica potrebbe caratterizzare la terza decade, in quanto l'assetto barico proporrà la classica costituzione della depressione sul Tirreno alimentata da correnti fredde dal Golfo del Leone. Previste precipitazioni autunnali e nevicate abbondanti sulle Alpi già dalle quote medie.
Mese quindi complessivamente mite, ma con brusco peggioramento nell'ultima parte.
Italia centrale
Anche per il Centro la prima parte del mese potrebbe mostrarsi variabile con flussi miti, tra ampi spazi sereni, pochi disturbi e qualche nebbia nottetempo sulle vallate interne. Un moderato impulso instabile chiuderà la prima decade con fenomeni più incisivi sulla Sardegna, Toscana, Lazio e Umbria.
Tempo ancora discreto nel corso della seconda decade, in attesa di un cambiamento consistente che caratterizzerà l'ultima parte del mese con rovesci e temporali, accompagnati da un graduale calo termico che spingerà la quota neve i 1.300 metri sul settore appenninico.
Mese nel complesso variabile, più animato nel corso della terza decade.
Italia meridionale
La prima parte di novembre subirà il dominio delle miti ed umide correnti meridionali, le quali garantiranno contesto variabile con passaggi nuvolosi alternati ad ampi spazi sereni, in un contesto assolutamente mite.
Poche novità fino alle porte della terza decade, quando è previsto l'arrivo di una profonda depressione alimentata da correnti più fredde dai settori nordoccidentali europei. Il tempo potrebbe peggiorare sensibilmente con rovesci e temporali accompagnati anche da una sensibile flessione termica. Venti forti e mareggiate sulle aree più esposte, specie quelle occidentali.
Anche sulle regioni meridionali il mese si presenterà nel complesso mite, ma con alcune note piuttosto variabili.
In conclusione
Molto dipenderà dall'azione del vortice polare che sarà in grado di spingere con i suoi movimenti masse d'aria più fredde su tutto il continente. Al momento l'ultima parte dell'autunno e l'avvio dell'inverno si prefigurano però assai miti e, soprattutto, con poche precipitazioni.