La possente eruzione vulcanica che si è verificata nell'arcipelago delle Tonga è stata così energica da cancellare dalla faccia della Terra una vera e propria Isola, e l'onda d'urto generata conseguentemente all'esplosione non è passata inosservata dalle strumentazioni barometriche di tutto il mondo, con una sensibile variazione della pressione atmosferica al suolo.

Sconvolgimenti climatici causati dai vulcani

Scorrendo tra i vari dati storici a nostra disposizione, risale a poco più di duecento anni fa il famoso anno senza estate, innescato da una delle più grandi eruzioni della storia moderna, ovvero quella del vulcano indonesiano Tambora. Il clima era ovviamente ben diverso da quello attuale, dominato da un forte riscaldamento globale, tant'è che oggi probabilmente sarebbe difficile imbattersi in un evento del genere. Tuttavia anche in un passato più recente non sono mancate certe influenze sull'andamento del clima dettate da eruzioni vulcaniche di spessore, seppur non paragonabili a quelle del 1816.

L'esplosione di Hunga Tonga è stata imponente, con un'ampiezza della nube vulcanica sprigionatasi nell'aria davvero molto ampia, tale da provocare - come già accennato - una ripercussione in atmosfera che ha fatto il giro del mondo diverse volte, e chiaramente avvertita anche in Italia con uno sbalzo della pressione di 2 hpa. Dall'analisi delle prime stime però, nonostante i livelli molto alti di anidride solforosa in atmosfera e la classificazione dell'evento che lo porta tra i disastri naturali più importanti degli ultimi decenni, si suppone che non avrà significativi impatti sul clima globale: a supportare tale ipotesi il National Institute of Water and Atmospheric Research (Niwa) e lo scienziato neozelandese Marco Brenna, docente senior presso la School of Geology della Otago University, anche se quest'ultimo ha affermato che potrebbe seguire un'altra eruzione con un impatto più grande della precedente.

Ma non tutti gli scienziati concordano, perciò occorrerà ancora attendere per quantificare la reale immissione in atmosfera del materiale vulcanico, in particolare in quella porzione superiore oltre alla stratosfera, soprattutto se si verificheranno ulteriori eruzioni di potenza simile o addirittura più intensa.

I vulcani che hanno innescato una ripercussione sul clima

L'ultimo evento a memoria d'uomo che ha condizionato sensibilmente il clima è stato l'eruttamento del Pinatubo nelle Filippine nel corso dell'anno 1991, che andò ad emettere quasi 20 milioni di tonnellate di anidride solforosa in stratosfera. Tale quantità di materiale si è poi diffusa ad alta quota sui cieli di gran parte del Pianeta, rimanendoci per anni.

Un fenomeno che ha innescato un raffreddamento tangibile della superficie terrestre per un periodo di quasi due anni dopo l'eruzione, quantificato in circa 0,6°C a livello globale. Sempre a proposito di influenze dei vulcani sul clima, spicca il 1816, passato alla storia come l'anno senza estate in Europa quando eccezionali anomalie negative misero a repentaglio l'agricoltura nella successiva stagione estiva, con maltempo duraturo, temperature fredde e addirittura la presenza del gelo sull'Europa settentrionale nel corso del mese di agosto.

Nel 1816 non si è verificato un solo evento, ma sono state registrate diverse eruzioni di notevole intensità, in particolare quella del vulcano indonesiano Tambora. In Italia in quell'anno cadde persino la neve rossa, probabilmente per via della polvere immessa negli alti strati dell'atmosfera a causa dell'attività vulcanica importante.

Le eruzioni vulcaniche tropicali, con l'immissione di notevoli quantitativi di cenere in atmosfera, sarebbero quindi in grado di influenzare l'andamento climatico per un certo periodo, ma anche la distribuzione delle precipitazioni in ambito euromediterraneo, proponendo anomalie positive significative rispetto alle medie pluviometriche.

Effetti pesanti anche al di fuori dell'Europa

Come è prevedibile, gli effetti climatici delle eruzioni avvenute nel 1816 si fecero sentire anche in altre parti del Pianeta, ed esempio in Nord America ove la primavera e l'estate sono state molto fredde, tant'è che il ghiaccio distrusse la maggior parte dei raccolti con nevicate abbondanti anche nel mese di giugno sul Canada centrorientale.

Nei due mesi centrali della stagione estiva, luglio ed agosto, ci sono addirittura delle testimonianze certificate che raccontano di laghi e fiumi ghiacciati in Pennsylvania e sul New England; un anno quindi soggetto a pesanti e repentine irruzioni gelide che misero in ginocchio l'agricoltura di una vasta fetta del globo.

La storia potrebbe ripetersi

Sulla nostra superficie terrestre sono presenti diversi super vulcani che potrebbero farci rivivere eventi simili, anche se tali eruzioni hanno per fortuna tempi di ritorno molto ampi. Tra i più preoccupanti al momento conosciuti c'è lo Yellowstone, all'interno dell'omonimo parco nazionale in Nord America, mentre in Italia come sorvegliato speciale abbiamo il noto super vulcano dei Campi Flegrei.

Vogliamo però rassicurarvi perché non rientrano tra i rischi imminenti, mentre l'area di Tonga fa parte dell'anello di fuoco, dove vari vulcani sono in continua eruzione e da quelle parti si verificano frequentemente dei terremoti importanti.

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