"E' positiva la decisione del Parlamento europeo di consentire agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di Ogm  per 'motivi ambientali', come lo sviluppo dalla resistenza ai pesticidi e la tutela della biodiversita".

E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente il voto del Parlamento europeo, ottenuto con una "maggioranza schiacciante".

Secondo la Coldiretti, l'orientamento dell'assemblea di Strasburgo "rafforza la decisione dell'Italia di chiedere l'applicazione della clausola di salvaguardia a livello comunitario proprio per mantenere il territorio nazionale libero da Ogm, come richiesto dalla maggioranza dei cittadini".

"In Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile evitare le contaminazioni ambientale" spiega la Coldiretti.

Anche la Cia - Confederazione italiana agricoltori si unisce alla Coldiretti nel giudicare positivamente la decisione di Strasburgo: "Questa decisione è una conferma della validità della scelta italiana di mantenere il territorio nazionale libero da Ogm". "D'altra parte, in questi anni la nostra agricoltura - rileva la Cia - è riuscita a tutelare la sua inimitabile varietà sia grazie all'azione svolta dai produttori che a quella della scienza che, però, non ha avuto certo bisogno degli Ogm per andare avanti".

A questo proposito la Cia ricorda che la sua contrarietà agli Ogm non scaturisce da una scelta ideologica, ma dalla consapevolezza che il loro utilizzo rischia di annullare l'unico vantaggio competitivo dei prodotti italiani sui mercati: quello della biodiversità.

Di segno contrario la reazione dell'Uniceb, che esprime "assoluta insoddisfazione".

"Con questa posizione - spiega l'organizzazione - si maschera la possibilità di produrre Ogm da parte degli Stati membri mentre, di fatto, con i vincoli previsti se ne vieta la coltivazione".

L'organizzazione parla di approccio "miope e pregiudizievole nei confronti delle nuove tecnologie in campo agroalimentare" e ricorda che "soprattutto in un momento in cui i costi per l'alimentazione animale sono diventati insostenibili e i margini degli allevatori praticamente non esistono più, i mangimi di cui il nostro Paese è deficitario addirittura nella misura del 95% sono regolarmente importati (soia e mais in primis) da Paesi terzi nei quali la quasi totalità della produzione è Ogm".

La Uniceb, pertanto, auspica che in sede di Consiglio dei ministri Ue si riesca a trovare una posizione "che possa garantire non solo al nostro Paese ma all'intera Unione europea la possibilità di sfruttare queste nuove tecnologie".