:: La torba: è stato il primo substrato ad essere impiegato per questa coltivazione. La peculiarità della matrice organica è la sua elevata capacità di trattenere parte dell'acqua di irrigazione che aiuta la pianta nelle prime fasi di accrescimento. Dopo il primo anno di coltivazione la struttura della torba inizia a degradare, incrementando di conseguenza la ritenzione idrica, che in alcuni casi è la causa della produzione di frutti deformi Questo succede soprattutto nelle stagioni dove gli sbalzi termici e i cambiamenti di luce sono più frequenti: l’assorbimento di soluzione nutritiva da parte della coltura non è costante, come pure il drenaggio, con il rischio di creare asfissia radicale.
Nella scelta del tipo di torba da impiegare è di fondamentale importanza la provenienza. Anche le lavorazioni delle torbe determinano una maggiore o minore qualità delle stesse, sia a livello di stabilità strutturale e quindi volumetrica, sia per la ritenzione idrica e quindi il volume d’aria.
:: La fibra di cocco: è un materiale di nuova generazione. La sua struttura fisico-chimica mostra possedere una maggiore durata nel tempo, cosa che assicura una migliore stabilità. La matrice organica presente è infatti disponibile più a lungo, diminuendo i rischi derivanti da eccessi idrici e permettendone l’impiego per più anni di coltivazione.
Il miglior drenaggio, che apporta costantemente ossigeno alle radici, consente di variare più velocemente ed efficacemente la soluzione nutritiva in prossimità dell’apparato radicale, in base alla situazione climatica ed alla necessità delle colture.
:: La perlite espansa: è ritenuto il substrato inorganico per eccellenza. Il materiale, impiegato puro nella coltivazione fuori suolo della fragola, non ha ancora avuto però il successo che gli spetterebbe di diritto.
Grazie alle sue caratteristiche fisico-chimiche, ha la possibilità di essere utilizzato per più anni senza differenze significative dal punto di vista produttivo. La tendenza ancora oggi è di impiegarlo in miscela con materiali organici con una percentuale pari o superiore al 50%.
Un aspetto da valutare, oltre alla durata prevista del substrato di coltura, è la possibilità o l’esigenza di effettuare trattamenti di sterilizzazione: l’uso di prodotto sterilizzante o disinfettante è sicuramente consigliato se il substrato contiene solamente perlite espansa (materiale inerte e granulare), in quanto al termine della sua azione può essere dilavata facilmente. In questo modo si eliminano eventuali residui dannosi alle colture successive, processo non praticabile con le miscele a base di materiali organici.
Un fattore da non sottovalutare è inoltre la qualità della perlite espansa: la possibilità di impiegare un prodotto con granuli calibrati, garantisce infatti al substrato continui scambi gassosi e disponibilità costante di soluzione nutritiva.
Perlite Italiana, produttore di perliti espanse dal 1951 e leader da diversi anni nel settore dell’agricoltura tradizionale e nel fuori suolo, garantisce la fornitura di substrati di elevato livello qualitativo e rispondenti alle esigenze colturali della fragola e di altre specie orticole e floricole.
Le tipologie di prodotti disponibili sono: perlite espansa pura di differenti granulometrie e miscele a base di perlite espansa con cocco o torba, che completano la gamma di prodotti per ogni esigenza colturale.
Per ulteriori informazioni: Lorenzo Biloni e Stefano Corrà, Perlite Italiana – Corsico (MI); info.com@perlite.it – www.perlite.it
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Agronotizie