Nel panorama ortofrutticolo precocità e qualità sono spesso considerate caratteristiche difficilmente conciliabili. Tale convinzione trova spiegazione nel mercato degli ultimi due decenni che ha visto la diffusione di varietà precoci con buone capacità produttive, ma scarse performance dal punto di vista organolettico e sensoriale. Tuttavia è possibile trovare esempi virtuosi capaci di smentire questa opinione diffusa, garantendo al comparto ortofrutta e ai consumatori un prodotto precoce e allo stesso tempo di alto livello.

A confermarlo è l'esperienza di Geoplant Vivai, azienda vivaistica di Ravenna, che in questi anni ha potuto studiare da vicino le proprietà di due varietà: Nimba per il ciliegio e Nirosa 1 per l'albicocco. Entrambe presentano a livello di contenuto zuccherino e di aroma, standard molto elevati per il Nord Italia, caratteristiche organolettiche che consentono di competere con prodotti di metà stagione in grado di raggiungere una maturazione piena.
 
Nimba: ciliegia di grossa pezzatura e croccante
Ciliegia di calibro 32 millimetri della varietà Nimba
(Fonte foto: Geoplant Vivai)

A ciò si aggiungono ulteriori aspetti di rilievo a partire dalla consistenza. La ciliegia è grossa di pezzatura e croccante, mentre l'albicocca, rustica e di colorazione classica, oltre a presentare un'elevata produttività, è considerata a livello di sapore una delle varietà migliori del comparto.

Infine, a livello di gestione degli impianti, Nimba e Nirosa 1 presentano un alto grado di versatilità e possono essere gestite su tutti i portinnesti disponibili. Entrambe possono essere coltivate con forme di allevamento libere, quindi in volume, con una densità d'impianto bassa, ma anche in forme di allevamento a parete, tipo fusetto e altre tecniche similari.

"Quest'anno la stagione piovosa e fredda, soprattutto nel periodo aprile/maggio - commenta Gianluca Pasi, responsabile tecnico di Geoplant Vivai - ha inciso molto sulla qualità della raccolta finale, generando un malcontento sul consumatore che a banco ha trovato frutti piccoli e dallo scarso sapore. La responsabilità però non è imputabile solo al maltempo, ma anche a quel fenomeno che negli ultimi anni ha privilegiato l'utilizzo di varietà precoci forti dal punto di vista produttivo, ma deboli sotto il profilo della qualità. Forse è arrivato il momento d'invertire questa tendenza puntando su nuove varietà, capaci di coniugare entrambi gli aspetti".