Lo scorso 21 luglio ha avuto luogo il primo incontro tecnico cui hanno preso parte il Mit - ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, il Mipaaf, l'Inail e tutte le associazioni di categoria, tra cui Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Copagri, Unima, Confai, FederUnacoma, Unacea e Unacma.
"Come previsto, sono emerse una serie di problematiche tecniche, normative e operative - si legge in un comunicato Unacma - che hanno immediatamente evidenziato la complessità della stesura del decreto attuativo, non solo a causa della vastità e vetustà del parco macchine da assoggettare a controllo, ma anche a causa degli interessi fortemente contrastanti fra tutti i soggetti della filiera direttamente coinvolti".
Risultato dell'incontro è stata la condivisione e accettazione unanime della impellente necessità che il Mit provveda alla stesura di un documento di massima su cui sia poi possibile produrre, ciascuno in funzione delle singole necessità, proprie proposte e richieste.
Naturalmente è da mantenere in primo piano il termine ultimo per l’entrata in vigore della nuova norma fissato per il 31 dicembre 2015 e non prorogabile, come ribadito e sottolineato dai responsabili dei due ministeri direttamente interessati.
"Corre l’obbligo di segnalare - si legge sul sito Unacma - che la possibilità di sottoporre a revisione con “esito positivo” tutte quelle macchine alle quali nel tempo siano state apportate modifiche costruttive a cabine, sistemi ausiliari di sterzatura, zavorre, pneumatici, attrezzature fisse e via dicendo, e per le quali era ed è previsto l’aggiornamento del libretto di circolazione, risulta impegnativa economicamente e tecnicamente.
Infatti - prosegue Unacma - attualmente mancano apposite e specifiche deroghe alle vigenti norme contenute nel Decreto Legislativo 30 Aprile 1992 n 285 noto come Nuovo Codice della Strada, che Unacma ha segnalato ed espressamente richiesto".
"La nostra associazione ribadisce, quindi, che indipendentemente dalle decisioni finali che determineranno i requisiti minimi di sicurezza, le modalità di accertamento dei medesimi, nonché i soggetti autorizzati all’espletamento della revisione, i rivenditori e i riparatori di macchine agricole, non potranno ulteriormente esimersi dall’acquisizione completa e documentata delle norme e delle competenze tecniche e operative per effettuare questo tipo di controllo.
Tutto ciò - conclude l'associazione - sarà necessario a predisporre le macchine al superamento della revisione stessa e, principalmente, a scongiurare l’evenienza che, in elusione ai controlli degli organi di vigilanza, sia attribuito valore commerciale a macchine non ulteriormente rivendibili o utilizzabili nel rispetto delle norme vigenti".
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Fonte: Unacma - Unione Nazionale dei Commercianti di Macchine Agricole
Autore: Michela Lugli