Il Mezzogiorno d'Italia ha esportato nel 2020 produzioni agricole, silvicole e della pesca in valore ben maggiori del 2019 e crescendo molto più della media nazionale (+4,5 nel Sud peninsulare e +5,8% nelle isole maggiori). Ma almeno per le regioni meridionali peninsulari questa crescita ha significato sì un prezioso mantenimento delle quote di mercato, ma ha inciso negativamente sui prezzi di vendita spuntati sui mercati esteri.
Al contrario, Sicilia e Sardegna riescono ad esportare percentualmente di più in valore di quanto crescano in volumi, riuscendo così ad incrementare i prezzi di vendita.

È quanto ricava AgroNotizie, analizzando in controluce i dati provvisori delle esportazioni italiane nel 2020, pubblicate dall'Istat l'11 marzo scorso e dai quali traspare tutta la fatica fatta dalle imprese agricole meridionali per rimanere sul mercato durante la tempesta economica provocata dalla pandemia da Covid-19. Coldiretti, invece, analizza il mero dato di crescita in valore di tutto il comparto agroalimentare, nel quale esce vincente l'industria di trasformazione meridionale, che nel 2020 contribuisce notevolmente alla crescita dell'intero comparto del 7,4%.
 

L'analisi di AgroNotizie sull'export agricolo

Il valore dell'export italiano misurato dall'Istat per l'agricoltura, silvicoltura e pesca nel 2019 era pari a 6 miliardi e poco più di 934 milioni di euro e diventa nel 2020 di 6 miliardi e poco meno di 982 milioni, nonostante il Covid-19 e con un incremento complessivo di appena 47,5 milioni (+ 0,7%). Ma questa lieve crescita in valore a livello nazionale ha un contraltare notevolmente più elevato nelle regioni meridionali e insulari.

Infatti nelle regioni meridionali - Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, il valore delle esportazioni agricole passa da un miliardo e quasi 387 milioni del 2019 ad un miliardo e quasi 447 milioni nel 2020, con una crescita di oltre 60 milioni di euro (+4,3%). Tale incremento in valore è da pesare con quello avuto anche dall'aumento dei volumi: nelle regioni dell'Italia meridionale, in particolare si passa da 942,5 milioni di chilogrammi esportati nel 2019 ai 984,8 milioni del 2020 (+4,5 %). Questo significa che ad un notevole incremento dei volumi esportati è corrisposta una diminuzione dei prezzi unitari, per quanto lieve, che spiega una crescita del valore esportato se pur minimamente inferiore a quella dei volumi.

Al contrario, nelle isole - Sicilia e Sardegna - dove il valore delle esportazioni agricole passa da 542,7 milioni di euro del 2019 ad oltre 574 milioni del 2020, crescendo di oltre 31,2 milioni di euro (+ 5,8%), le esportazioni in volumi crescono di appena il 2,1%, denotando quindi un apprezzamento delle derrate agricole vendute oltre i confini nazionali rispetto al 2019. Infatti, secondo Istat nelle due isole maggiori i volumi esportati passano dai 357,1 milioni di chilogrammi del 2019 ai 364,8 milioni di chili del 2020.
 

L'analisi Coldiretti dell'export agroalimentare

Più in generale in Italia nel 2020 crescono le esportazioni di prodotti agroalimentari con un aumento del +1,9% che raggiungono così 46,1 miliardi di euro. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi alle esportazioni delle regioni che vedono l'alimentare del Sud crescere all'estero con un balzo del 7,4%. Se nell'ordine sono il Molise (+32,3%), la Basilicata (+24,7%) e la Campania (+13,1%) a far registrare le performance migliori, l'alimentare - sottolinea la Coldiretti - in controtendenza al calo generale aumenta in tutte le realtà territoriali dal Nord Ovest (+0,6%) al Nord Est (+1%), dal Centro (+1,7%) al Mezzogiorno (+7,4%).

Le esportazioni dei prodotti agroalimentari made in Italy nel 2020 sono state dirette per oltre la metà (55%) all'interno dell'Unione europea con la Germania che si classifica come il principale cliente con 7,73 miliardi in crescita del 6%, mentre al secondo posto c'è la Francia con 5,8 miliardi che rimane stabile e a seguire con 3,6 miliardi la Gran Bretagna (+2,8%) uscita con la Brexit.
Ad essere avvantaggiate sono state nell'ordine le esportazioni nazionali di conserve di pomodoro (+17%), pasta (+16%), olio di oliva (+5%) e frutta e verdura (+5%).

In calo del 3% sono invece - precisa la Coldiretti - le spedizioni di vino italiano nel mondo duramente colpite dalla chiusura dei ristoranti, che rappresentano il principale mercato di sbocco per le bottiglie di alta qualità, secondo l'analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2020.