A lanciare la proposta a Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, è il presidente di Cia Campania e vicepresidente nazionale di Cia – Agricoltori Italiani, Alessandro Mastrocinque in occasione della 7° Assemblea elettiva regionale tenutasi ieri, mercoledì 7 febbraio, all'Hotel Terminus di Napoli, durante la quale è stato riconfermato alla guida dell’organizzazione in Campania.
Le proposte lanciate a De Luca: expo e conferenza programmatica
Mastrocinque ha chiesto la convocazione urgente, da parte di Regione Campania, di una conferenza programmatica sull'agricoltura della regione: "Perchè sono troppi i problemi dell'agricoltura in questo momento e occorre trovare soluzioni integrate e al tempo stesso condivise con tutte le organizzazioni agricole e i portatori d'interesse"."L'area del Mediterraneo – ha poi affermato Mastrocinque – si va configurando come zona di libero scambio e spazio unico di produzioni e la Campania, per posizione geografica, scali e tradizioni armatoriale, può svolgere un ruolo determinante nelle attività logistiche e nel trasferimento di know-how e conoscenza. Per questo motivo proponiamo al nostro governatore di candidare la Campania a creare un grande evento annuale sul cibo, un Expo del Mediterraneo".
Qualità: prima in Italia per prodotti certificati
Quantità: metà della produzione del Sud è campano
A fare propria la proposta di Cia Campania sull'Expo del Mediterraneo è anche il presidente nazionale di Cia – Agricoltori Italiani Dino Scanavino, presente ai lavori dell'Assemblea.La Campania è infatti la prima regione d'Italia per numero di prodotti agroalimentari di qualità (515), e può vantare 54 marchi a denominazione (Dop, Igp, Doc,Docg e Igt). E' inoltre l'unica regione in Italia ad avere due "Specialità tradizionali garantite", la pizza e la mozzarella.
Le criticità: organizzazioni dei produttori arretrate e consorzi di tutela poco rappresentativi
Nel corso del suo intervento Mastrocinque segnala punto per punto le criticità che rallentano la crescita dell'agricoltura regionale, a cominciare dall'arretratezza delle organizzazione dei produttori e dalla scarsa rappresentatività dei Consorzi di tutela."In Campania le op sono una grande criticità, molto frammentate, di piccole dimensione, la maggior parte di carattere familiare e molte sono nate per svolgere funzioni burocratiche".
Vanno create op che siano strutture economiche operative sui mercati in modo da eliminare pratiche commerciali sleali e ridistribuire in modo equo il reddito nella filiera.
Psr: ritardi preoccupanti, agricoltori in difficoltà
Lo stato di attuazione del Psr è preoccupante: la Campania supera appena il 6% della spesa - ultima tra le regioni meridionali - per pagamenti relativi quasi esclusivamente a misure ambientali e trascinamenti della vecchia programmazione. La situazione è gravissima per i pagamenti delle misure a superficie, dove le imprese aspettano da due anni, per il biologico addirittura tre.Ancora più grave è l'inefficienza dell'ente pagatore – Agea, il quale, secondo Mastrocinque "Oltre alla macchinosità di regole e codici, che cambiano continuamente mettendo in difficoltà le regioni ed i Caa, utilizza una piattaforma il Sin, non adeguata a supportare la gestione delle domande".
"Siamo ancora più preoccupati – ha sottolineato Mastrocinque – dopo l'annunciata riforma di Agea che di fatto non ha cambiato nulla. Chiediamo alla regione di fare un'azione comune per chiedere una vera riforma di questo carrozzone, anche minacciando di dotarci di una nostro ente pagatore regionale".