Si è conclusa la X edizione di Oscar Green, il concorso promosso da Coldiretti che premia i giovani imprenditori agricoli che si sono distinti per aver usato innovazione, tecnologia e creatività per realizzare qualche cosa di nuovo, traendo ispirazione da antiche tradizioni agricole.

Tutti i finalisti del concorso, hanno presentato progetti importanti, nuovi e ognuno di questi ragazzi ha saputo raccontare come è nata quell'idea in più che ha fatto la differenza e li sta facendo crescere come imprenditori di successo.

Quello compiuto da questi ragazzi è stato un grosso investimento di idee e di passione, sottolinea la Coldiretti, che ha voluto premiare questi giovani agricoltori con gli Oscar Green, sei premi per sei categorie che abbracciano un aspetto innovativo particolare.

Andiamoli quindi a conoscere, questi imprenditori.

Uno è Paolo Marangon, dell’Azienda Agricola Biologica Zolla 14, 11 ettari e cinquemila alberi coltivati in biodinamica in Friuli, vincitore della categoria Campagna Amica, che punta l'obbiettivo sulla valorizzazione dei prodotti made in Italy e sulle modalità innovative di raggiungimento del consumatore finale. La peculiarità di Marangon è stata quella di legare i suoi prodotti direttamente e strettissimamente al territorio, usando ad esempio l'acqua delle risorgive di treviso per la sua birra, e non solo per la fermentazione. L'acqua è infatti usata per far fiorire il radicchio Treviginano Igp usati per una specialissima birra, prodotta una sola volta all'anno.
E sempre l'acqua è protagonista nella conservazione e nella presentazione dei prodotti freschi, perché le sue verdure che il consumatore finale sceglie da una fontana anziché dal banco.

Per la categoria We Green, che pone particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e all’agricoltura sociale il premio è andato a Bio Eat, la società agricola di Roberto Cerami, in Toscana. Le verdure di Cerami arrivano alle case dei vicini, ai ristoranti della zona, vengono consegnate porta a porta anche a chi vive più distante. E poi finiscono nelle pummarole le preziose passate biologiche, o nei sughi pronti, al capriolo, alla lepre, al cinghiale, secondo la più autentica cucina toscana.
E quello che non finisce in tavola, inoltre non è più uno scarto dell’azienda.
Un progetto realizzato insieme all’Università di Caserta, che dagli scarti di questo orto, cioè dalle verdure non vendute, ha realizzato cosmetici come creme per il corpo, maschere facciali, saponi, tutti rigorosamente naturali.

All’azienda agricola Specogna di Cristian Specogna, in Friuli, è andato il premio della categoria Fare Rete, che guarda alla capacità di creare reti di impresa per massimizzare la valorizzazione dei prodotti. Specogna è un'azienda vitivinicola dei Colli orientali del Friuli, che Cristian ha ereditato e porta avanti. E con altri giovani di Coldiretti, tutti sotto i 30 anni, tranne il presidente che ne ha 31, ha realizzato l’enoteca con tutti i prodotti tipici delle loro colline. In più ha ideato un ottimo sistema di promozione consegnando il loro vino a personalità internazionali, tra cui Papa Francesco, il principe di Monaco, Barak Obama, e ancora alla Ferrari con cui l’Azienda Specogna ha realizzato una partnership. Ma non bottiglie qualsiasi, ma fatte dipingere da artisti. Le confezioni di riserva di ogni annata sono impreziosite da pittori che realizzano sul vetro le loro opere su temi agricoli e ecologici. Si tratta di una collezione di 50-60 bottiglie per ogni anno che finiscono nei ristoranti, nei salotti o nelle case d’asta più rinomati al mondo. E il legame con il vino è stretto. Ci sono artisti, come Silvano Spessot, che hanno utilizzato lo stesso vino come pigmento naturale, come materia di colore che ha dato vita alle proprie realizzazione.

Per la categoria Impresa 2.Terra, che punta sull'innovazione tecnologica al servizio dell'impresa e della tradizione, è stato premiata Orange Fiber di Adriana Santonocito. Si tratta di un'azienda, con sede sia in Sicilia che in Trentino, nata da un progetto realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, diventato un brevetto internazionale e quindi una start-up. L'idea è stata quella di realizzare un tessuto dalla cellulosa degli scarti delle arance, che ogni anno vanno a formare 700 mila tonnellate di sottoprodotto da smaltire. Insomma agrumi da indossare, che stanno diventando una scommessa di sviluppo in Sicilia.

Il Consorzio di tutela Melannurca campana Igp, nella persona del suo presidente Giuseppe Giaccio, ha vinto per la categoria Social Innovation. Il tutto è nato da una scoperta dell'Università di Napoli e ha trasformato il destino di un frutto, come la Melannurca, che non solo è buona, ma come è stato scoperto ha anche delle ottime potenzialità nutraceutiche. Infatti una sostanza specifica di questa varietà è capace di abbassare il livello di colesterolo del 25% di alzare il dhl, il così detto colesterolo buono, del 45%, come ha affermato il professor Ettore Nomellino della facoltà di Farmacia Napoli. Gli effetti di questa sostanza sono stati studiati pazienti con colesterolo sopra la media e i risultati sono sorprendenti: questa mela è pura prevenzione. E ha concentrato le qualità benefiche della Melannurca in capsule da usare come integratori alimentari.

Infine per la categoria Paese Amico, che premia gli enti pubblici che realizzano progetti con Coldiretti, il vincitore è stato Francesco Lipari con Sainthorto. Si tratta di una installazione interattiva realizzata dall'architetto Francesco Lipari insieme all'Area marina protetta del Plemmirio, al comune di Siracusa e a Campagna Amica che lega biodiversità, arte, architettura di paesaggio e meditazione. Un orto giardino interattivo che cambia insieme al clima esterno e a quello interno dell'animo umano. Il battito cardiaco della persona che si avvicina alle realizzazioni naturali di Sainthorto è in grado di influenzarne la melodia.

L'appuntamento ora va al prossimo anno, con l’XI edizione del premio Oscar Green.
Preparate i progetti.